24/09/2010
Benedetto XVI saluta una famiglia inglese
Benedetto XVI verrà a Milano il 2 e il 3 giugno 2012 per chiudere l’incontro mondiale delle famiglie, organizzato ogni tre anni dal Pontificio Consiglio della Famiglia presieduto dal cardinale Ennio Antonelli. Lo annunciato lui stesso in una lettera indirizzata al cardinale. Il tema è “La famiglia: il lavoro e la festa”. Scrive il Papa che oggi “purtroppo, l’organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico” Dunque bisogna ragionare su come “conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia” per “recuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica”, che Benedetto XVI definisce “giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà”.
La lettera presentata nella Sala Stampa della Santa Sede, secondo l’analisi del cardinale Antonelli, mette sotto accusa la “logica del massimo profitto”, che tende a “gonfiare la produzione a danno delle relazioni umane e dei valori spirituali”: “Il giorno festivo è compromesso dal lavoro no-stop oppure diventa il fine settimana dedicato all’evasione mediante i cosiddetti riti di massa in discoteca, allo stadio, al mare o dedicato ai consumi con l’affollata frequentazione dei supermercati, le nuove cattedrali delle città-mercato”. Antonelli ha denunciato anche che il “single” è più “funzionale della famiglia alle esigenze dell’economia”. Invece la famiglia non riceve “adeguato sostegno giuridico, economico e politico”, anzi “subisce il peso di complesse dinamiche disgregatrici”, tra le quali vanno annoverate anche “l’organizzazione del lavoro e lo scadimento della festa solo a tempo libero”. Il cardinale rileva che nei rapporti di lavoro bisogna osservare una “flessibilità a misura di famiglia” che è cosa completamente diversa dalla “precarietà”.
In allegato il testo della lettera del Papa
Alberto Bobbio