La famiglia resiste, al di là di tutto

Monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, ha presentato gli atti dell’incontro dell'incontro internazionale di Milano. Prossima tappa: Philadelpia.

04/02/2013
Foto Giuliani/Cpp.
Foto Giuliani/Cpp.

«Oggi è normale pensare che non è più possibile un amore per sempre. Perché si può dire forever per la Roma o la Lazio e non per la propria moglie o il proprio marito? È evidente che qualcosa non funziona». Con paragone calcistico, monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, ha presentato oggi in Vaticano gli atti dell’incontro internazionale delle famiglie che si è svolto a Milano del 2012. «La cultura ha abbandonato la famiglia», è l’allarme lanciato dall’ex vescovo di Terni, «oggi i giovani non si sposano perché la famiglia è sentita più come un peso, che come una prospettiva». Eppure, in una situazione di crisi economica, «se oggi, in Italia e altrove non ci fossero le famiglie, non so i giovani che non trovano lavoro dove andrebbero».

La famiglia comunque c’è, al di là dei catastrofismi, ha ancora ricordato monsignor Paglia. In Italia, ha ricordato il vescovo riferendosi ad una ricerca fatta in occasione dell’incontro mondiale delle Famiglie a Milano, circa l’80% dei giovani dichiarano di preferire il matrimonio, civile o religioso che sia, mentre solo il 20% opta per la convivenza. In Francia, «i sondaggi rilevano che il 77% desidera costruire la propria vita di famiglia, rimanendo con la stessa persona per tutta la vita». Questo vuol dire, ha commentato monsignor Paglia, che «la famiglia è ancora una buona notizia per il mondo di oggi», come ha detto il Papa a Milano. Eppure, «il desiderio di famiglia - l’analisi del presule - oggi è stroncato da una cultura che privilegia l’individuo alla società, l’io al noi, i diritti dell’individuo a quelli della famiglia».

L’appuntamento è stato l’occasione per affrontare i temi sul tappeto del dibattito pubblico attorno alla famiglia, alle coppie di fatto e alle nozze gay, nel nostro Paese e nel resto del mondo. C’è il matrimonio che ha «una tradizione chiara nel diritto», ha ribadito monsignor Paglia, e c’è poi «l’arcipelago delle altre convivenze non familiari», per le quali «è bene che si cerchino soluzioni nel diritto privato e soluzioni patrimoniali, un terreno che la politica dovrebbe cominciare a percorrere». Sulla spinosa questione dei divorziati risposati, Paglia ha sottolineato che, proprio a Milano, «il Papa “è stato molto coraggioso” ed ha chiesto ai suoi uffici di studiare la questione, in particolare per “aiutare 'pro veritate' a comprendere quel che è avvenuto nel momento del matrimonio» e se, pertanto, è annullabile.

Monsignor Vincenzo Paglia.
Monsignor Vincenzo Paglia.

Quanto al matrimonio tra persone dello stesso sesso, il presule ha citato Giorgio Gaber («Secondo me la donna e l’uomo sono destinati a rimanere assolutamente differenti»), per concludere: «Il matrimonio implica amore coniugale e generatività. Il problema è evitare la Babele». In questo senso, monsignor Paglia ha elogiato l’impegno dei vescovi francesi per contrastare il progetto di legge sulle nozze gay del presidente Francois Hollande (mariage pour tous). Per la Chiesa, ha però puntualizzato il vescovo, non si tratta di “vincere” una battaglia: «Per noi cristiani parlare di vittoria è sempre un problema perché la vittoria è un po’ il calvario”. E – ci ha tenuto ha sottolineare Paglia – la Chiesa combatte ogni “discriminazione” nei confronti dei gay, tanto più quando «in 20 o 25 Paesi l’omosessualità è reato».

In conferenza stampa erano presenti anche i coniugi Francesca Dossi e Alfonso Colzani, responsabili del Servizio per la famiglie dell’arcidiocesi di Milano. In vista del prossimo incontro internazionale delle famiglie che si svolgerà a Philadelphia, negli Stati Uniti, nel 2015, monsignor Paglia si recherà il prossimo 14 febbraio a New York per un incontro all’Onu sul tema della famiglia. Il 26 e 27 ottobre, poi, nel quadro dell’Anno della fede le famiglie di tutto il mondo giungeranno in pellegrinaggio a Roma ed incontreranno il Papa per «due giorni di preghiera, di comunione e di festa».

Iacopo Scaramuzzi
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