08/06/2013
Giorgio Napolitano e Papa Bergoglio durante il loro primo incontro ufficiale in vaticano (Ansa).
Papa Francesco sottolinea che bisogna rafforzare le istituzioni democratiche e assicura al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, primo capo di Stato in visita ufficiale al nuovo Pontefice, che i cattolici faranno la loro parte. E’ questo il passaggio più significativo del discorso che Bergoglio ha pronunciato nella Biblioteca del Palazzo apostolico davanti al Presidente, dopo il colloquio privato durato circa mezz’ora.
Il Papa aveva appena osservato con una certa preoccupazione, che “la distanza tra la lettera e lo spirito degli ordinamenti e delle istituzioni democratiche è sempre da riconoscere ed occorre l’impegno di tutti i soggetti coinvolti per colmarla ogni volta di nuovo”. Poi ha aggiunto a braccio una frase, che nel testo distribuito non compariva: “Anche noi cattolici abbiamo il dovere di impegnarci sempre di più in un serio cammino di conversione spirituale affinché ci avviciniamo ogni giorno al Vangelo, che ci spinge ad un servizio concreto ed efficace alle persone e alla società”.
Francesco ha sottolineato il valore del dialogo tra Italia e Santa Sede indicandolo come esempio “nella comunità dei popoli”. Ha affrontato diversi temi dalla libertà religiosa ricordando, tra l’altro il XVII anniversario dell’Editto di Milano considerato “il simbolo della prima affermazione del principio della libertà religiosa”, alla “crisi globale”, ai “fenomeni” che indeboliscono “la famiglia” e “i legami sociali”. Ha denunciato le “logiche che privilegiano il profitto rispetto al lavoro” e “l’insufficiente attenzione alle generazioni più giovani”. Ma ha anche spronato i giovani auspicando che possa cresce tra loro “una nuova considerazione dell’impegno politico”.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in Vaticano (Ansa).
Il Papa ha rilevato che !”credenti e non credenti” possono “insieme”
collaborare “nella promozione di una società dove le ingiustizie possano
essere superate e ogni persona venga accolta e possa contribuire al
bene comune secondo la propria dignità e mettendo a frutto le proprie
capacità”. Per Bergoglio insomma vale “anche in ambito civile ciò che la
fede ci assicura: non bisogna mai perdere le speranze”.
Il Presidente della Repubblica, che vestiva un abito blu molto scuro,
camicia bianca e cravatta bordeaux e non il tradizionale frac delle
visite di Stato ufficiali, ha ripercorso i principali problemi che pone
la crisi all’Italia, sottolineando che essi impongono un “tempo di
riflessione, di cambiamento, solidarietà e giustizia” soprattutto in
riferimento alla “condizione giovanile”. Su questo tempo c’è piena
sintonia tra il Papa e il Presidente della repubblica. Poi ha aggiunto
che “il cambiamento che s’impone in Italia non può non toccare anche
comportamenti diffusi”, che si sono allontanati “gravemente da valori
spirituali e morali che solo possono ispirare la ricerca di soluzioni
sostenibili per i nostri problemi, di prospettive più serene e sicure”.
Napolitano ha assicurato il Papa che “è questo lo sforzo cui attendiamo
con tenacia e senza mai cedere allo scoramento, senza mai smarrire la
speranza”. Il presidente ha regalato al Papa una incisione su rame del
1850 che mostra l’arrivo di Pio IX al Palazzo del Qurinale quando era
residenza dei Papi e una volume finemente rilegato dell’enciclopedia
Treccani dedicato ai Conclavi.
Dopo l’incontro con il Papa la delegazione italiana, della quale faceva
parte anche il Ministro degli esteri Emma Bonino, ha incontrato il
Segretario di Stato vaticano il cardinale Tarcisio Bertone e il
Segretario per i Rapporti con gli Stati mons. Dominique Mamberti. Tra i
temi affrontati nel colloquio la libertà religiosa, i conflitti
“nell’area mediterranea orientale” e l’instabilità in nord-africa, tutte
questioni, si legge nel comunicato della Sala Stampa vaticana, che
“gravano anche su antiche comunità cristiane”.
Il Presidente della Repubblica ha salutato nella Sala regia i membri del
Corpo diplomatico accreditato in Vaticano e poi si è recato nella
basilica vaticana, che era completamente deserta. Ha sostato davanti
alla Pietà di Michelangelo e si è fatto spiegare dal mons. Vittorio
Lanzani, delegato della Fabbrica di San Pietro, l’attentato alla statua
del 1972, quando l’ungherese Laszo Toth la colpì a martellate. Prima di
uscire ha sostato a lungo ammirato dalla potenza architettonica della
basilica che acquista ancora più magnificenza essendo completamente
vuota di turisti.
Alberto Bobbio