16/11/2012
Un momento degli studi sugli ulivi del Getsemani (Foto Cnr-Ivalsa).
Gli otto ulivi del Getsemani godono di buona salute, sono fratelli fra loro e hanno 900 anni. Per tre anni sono stati studiati dall'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr di Firenze, in accordo con la Custodia di Terra Santa e su richiesta dell'associazione “Coltiviamo la pace” di Firenze.
L’evangelista Giovanni offre la precisa ubicazione del giardino nel quale Gesù venne arrestato: “Di là dal torrente Cedron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli”. I Vangeli sinottici dicono invece che il giardino si chiamava Getsemani, il cui nome gath shemanim significa precisamente “torchio d'olio” e presuppone dunque la presenza di un frantoio.
"Uno dei risultati più singolari è emerso dal profilo genetico delle piante: sono state propagate dallo stesso genotipo e sono quindi tra loro fratelli (o sorelle). In altre parole, gli ulivi del Getsemani sono il risultato di un intervento dell'uomo e non sono affatto cresciuti in modo spontaneo sul posto, come invece si è sempre creduto", spiega Antonio Cimato, coordinatore del team di ricerca del Cnr. La datazione è stata realizzata integrando la tecnica della dendrocronologia con la tecnica della datazione al C14 radiocarbonio e si è visto che risalgono al dodicesimo secolo dopo Cristo.
Le piante ora presenti nel Giardino non sono dunque le stesse che secondo la tradizione furono testimoni dell'agonia del Cristo, ma risalgono al periodo della conquista di Gerusalemme da parte di Saladino. Sono comunque, secondo gli studiosi, tra gli alberi più vetusti al mondo, certamente tra i più famosi.
Gabriele Salari