14/04/2011
Mons. Martinelli con Benedetto XVI
Stop alle violenze e al bagno di sangue. La soluzione alla complessa
situazione libica va ricercata facendo tacere le armi e dando spazio alla
trattativa tra tutte le parti coinvolte nel conflitto. Lo scrive il Consiglio
ecumenico delle Chiese di Tripoli in una nota consegnata all’ ufficio delle
Nazioni Unite di Tripoli: “Le violenze e il bagno di sangue devono finire
immediatamente, perché la guerra non è la soluzione dei problemi”, scrivono i
rappresentanti delle cinque comunità cristiane, cattolica, greco ortodossa, copta ortodossa, anglicana e
dell’Union Church, presenti nella capitale libica rimasta sotto il controllo di
Gheddafi.
Nella dichiarazione,
scritta in arabo e in inglese, i cristiani affermano che “come comunità di
credenti siamo profondamente rattristati dai tragici eventi accaduti di recente
che stanno lacerando il Paese con continue sofferenze, paure e angosce per il
suo popolo”. Le Chiese chiedono “un immediato e incondizionato cessate il fuoco
a tutte le parti coinvolte nella disputa e l’assistenza umanitaria per le
vittime”: “Il dialogo e la riconciliazione devono essere la strada maestra per
trovare una soluzione amichevole e portare la pace”. La dichiarazione era stata
annunciata dal vescovo di Tripoli, Giovanni Innocenzo Martinelli, al termine di
un incontro con la World Islamic Call Society, in cui si erano analizzate le
prospettive aperte dalla road map proposta dall’Unione africana, che prevede
l’immediato cessate il fuoco, la fine degli ostacoli posti dal regime alla
consegna di aiuti umanitari al popolo libico, la protezione dei cittadini
stranieri, il dialogo tra il governo di Tripoli e i ribelli su questioni
politiche.
Alberto Bobbio