09/05/2013
È
sorprendente questa frase che Cristo rivolge nel cenacolo agli apostoli.
Essa,
nella sua forma completa, evoca un momento del passato quando Gesù aveva invitato i discepoli ad andare in
missione senza sacca da viaggio, denaro, abiti di ricambio, sandali di
scorta (Matteo
10,9-10). Infatti, dichiara:
«Ora, chi ha una borsa da viaggio la prenda e
così chi ha una sacca, e chi non ha una spada,
venda il mantello e ne compri una!».
E gli apostoli, senza imbarazzo, tirano fuori subito due
spade che erano in loro possesso.
Stupisce il fatto che essi girassero armati.
In realtà, lo storico ebreo Giuseppe Flavio,
di non molto posteriore a Gesù, ricorda
la
consuetudine di portare armi persino di sabato e a Pasqua per legittima difesa personale,
anche perché spesso le strade erano infestate da briganti (si pensi alla parabola
del Buon Samaritano). Ugualmente il
Talmud
– che raccoglie le antiche tradizioni giudaiche – ammette il possesso di una spada
come tutela nei territori a rischio, soprattutto di confine.
Gesù, però, parla in senso metaforico, come aveva già fatto in un’altra
occasione
quando aveva dichiarato: «Non sono venuto
a portare la pace, ma una spada» (Matteo
10,34).
Con queste parole egli intendeva affermare che era ormai giunto
il tempo della
lotta contro il potere delle tenebre. Si era ormai compiuta la
divisione, netta come il taglio di una spada, tra bene e male, tra
Cristo
e il passato, tra il Salvatore e Satana.
La spada, quindi, era un’arma spirituale e non militare,
più o meno come dirà san Paolo quando raffigurerà «l’armatura di Dio perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare
in piedi dopo aver superato tutte le prove» (si
legga il passo di
Efesini
6,13-17).
Di fronte al fraintendimento delle sue parole, Gesù replica con uno sconsolato e rassegnato «Basta!», che non riguarda il numero
delle spade ma l’ottusità dei suoi amici. Secondo il Vangelo di
Luca, la scena si ripeterà
nello stesso Getsemani al momento dell’arresto. «I discepoli, vedendo
ciò che stava per accadere, dissero: Signore, dobbiamo colpire
con la spada?». E senza attendere la risposta
da Cristo, ecco il fendente che essi menano
su un servo del sommo sacerdote. Gesù ancora una volta, con tristezza,
ripete la stessa frase: «Lasciate, basta così!» (
Luca
22,49-51).
È un fraintendimento che non di rado ha
colpito il messaggio di Gesù
allora e nei secoli e che nasce da una lettura letteralista – se
si
vuole, fondamentalista – delle sue parole,
assunte così come suonano superficialmente senza lo sforzo di comprenderne il senso
autentico intimo.
Anche se la frase paolina
ha una portata più ampia, può essere applicata a queste degenerazioni nella comprensione del genuino messaggio cristiano: «La
lettera uccide, lo Spirito invece dà vita»
(2
Corinzi
3,6).
I
+ Cardinale Gianfranco Ravasi