23/09/2011
In occasione dell'ingresso solenne in cattedrale del nuovo arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, Famiglia Cristiana ha dedicato un lungo reportage sul lavoro della Veneranda Fabbrica del Duomo, che da seicento anni si occupa del restauro e del mantenimento del tempio simbolo di Milano.
Il montacarichi sale lentamente come una cremagliera lungo la parete sud, in un’atmosfera che richiama le Dolomiti, e si comprende perché Dino Buzzati, bellunese trapiantato a Milano, dipingesse il Duomo come le sue montagne. Eccoci in cima, sulle terrazze, dove si gode di una vista impagabile, tra parapetti e guglie che si mescolano a impalcature, scale, argani, carriole e gru. Siamo nel cuore della Veneranda Fabbrica del Duomo, la fabbriceria della più grande cattedrale gotica del mondo nata nel 1386 per volere del signore della città Gian Galeazzo Visconti, simbolo dei milanesi vecchi e nuovi che sta per accogliere, domenica 25 settembre, il nuovo arcivescovo Angelo Scola.
La “Veneranda”, come la chiamano i suoi 135 dipendenti, ha visto la luce un anno dopo, nel 1387. Da allora ha accompagnato la storia viva della cattedrale. Decine di uomini e donne brulicano su e giù ai piedi della Madonnina come api operaie, a cento metri d’altezza, tra lavori di manutenzione e opere straordinarie di restauro. «Vorremmo restituire il tempio al suo splendore entro il 2012, l’anno della Famiglia, che vedrà la visita del Papa a Milano», ci spiega l’arciprete del Duomo, monsignor Luigi Manganini.
CHI GUIDA LA VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO
Mons.
Luigi Manganini |
Angelo Caloia |
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Arciprete del Duomo |
Presidente della
Veneranda Fabbrica
del Duomo |
GLI UOMINI DELLA "VENERANDA"
Benigno Mörlin
Visconti Castiglione |
Francesco Aquilano |
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Architetto della cattedrale |
Capocantiere |
Una corsa contro il tempo. C’è la guglia maggiore da completare, il restauro conservativo, le statue da sostituire. I tecnici iniettano malta nella muratura, scrostano il marmo, sostituiscono ornamenti, colonnine, pa- rapetti, statue. Il ponteggio della guglia che regge la Madonnina è di per sé un capolavoro tecnologico. «A quest’altezza deve resistere a forti raffiche di vento, senza provocare danni alla struttura marmorea, che è molto delicata», ci spiega l’architetto della cattedrale, come si chiama nel gergo della “Veneranda” il direttore dei lavori, l’ingegner Benigno Mörlin Visconti Castiglione. Camminiamo sulle terrazze in un trionfo di nicchie, falconature, parapetti, doccioni e altre meraviglie gotiche. Tutte scolpite in quel marmo di Candoglia, proveniente dal Lago Maggiore, (oggi su Tir, un tempo a bordo di chiatte che navigavano sui Navigli), che si dice Gian Galeazzo avesse scelto personalmente. Un marmo bianco con venature rosa e grigie, croce e delizia della cattedrale, tanto bello (specie al tramonto) quanto delicato, preda degli agenti inquinanti e atmosferici.
APPELLO AL BUON CUORE DEI LOMBARDI
Il restauro della guglia maggiore. Il Museo del Duomo, con i suoi inestimabili
gioielli nascosti. La manutenzione ordinaria e i restauri. «Tutto questo
dimostra gli sforzi che stiamo compiendo per ridare al Duomo la centralità
che ha sempre ricoperto da secoli», spiega Angelo Caloia, presidente
della Veneranda Fabbrica del Duomo. «Ma lo sforzo finanziario è immenso.
Nell’arco di 4 anni si arriva a un fabbisogno
di non meno di 30 milioni». Il Duomo è un
patrimonio dell’arte italiana e quindi dovrebbe
godere di aiuti pubblici. L’agenzia ministeriale
Arcus per i beni culturali ha stanziato un milione
di euro. Un progetto di legge prevede
stanziamenti per circa 4,6 milioni nel 2012 e
altri 4,5 nel 2013. Tutto questo non basta: per
questo Caloia fa un appello al buon cuore dei
milanesi, dei lombardi e di tutti coloro che
amano quel capolavoro gotico unico in Europa.
Il Duomo è come un grandioso mosaico, i
tasselli da sostituire sono infiniti. I progetti
sono curati da ingegneri, restauratori, chimici
e architetti del Politecnico di Milano e del
Cnr mediante apparecchiature ad alta tecnologia:
laser a scansione, rilievi architettonici
e termografici, georadar.
Dei quattro milioni di visitatori che ogni
anno restano affascinati dalla cattedrale pochi
conoscono il lavoro ipertecnologico e artigianale
che si svolge anche sulle terrazze. Un
lavoro che prosegue ininterrottamente da oltre
sei secoli. Dire Fabbrica del Dom a Milano
è proverbiale: significa cantiere perpetuo,
ma anche cimento ostinato, devozione continua
dell’uomo verso il divino.
UN SMS PER SOSTENERE IL DUOMO
Chi volesse sostenere la Veneranda Fabbrica
del Duomo può inviare un euro con un Sms da
Tim, Poste Mobile, Tre o Vodafone, scrivendo
nel messaggino “Duomo” al numero 477/07.70.
Francesco Anfossi