16/07/2012
Papa Benedetto XVI recita l'Angelus nel Cortile del Palazzo Apostolico di Castelgandolfo (Roma), 15 luglio 2012 (foto Ansa).
La Chiesa «non predica ciò che vogliono sentirsi dire i potenti» e il criterio utilizzato dai profeti «è la verità e la giustizia, anche se sta contro gli applausi e contro il potere umano».
Commentando le letture della liturgia domenicale, Benedetto XVI ha proposto parole forti durante la concelebrazione presieduta ieri a Frascati.
Si è trattato di una rapida visita pastorale a questa diocesi suburbicaria, della quale è cardinale titolare il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, mentre l’attuale vescovo Raffaello Martinelli è stato per l’allora cardinale Joseph Ratzinger, come egli stesso ha affermato, «per più di venti anni un fedelissimo e molto capace collaboratore nella Congregazione per la Dottrina della fede, dove ha lavorato soprattutto nel settore del catechismo e della catechesi con grande silenzio e discrezione».
Il Pontefice ha sottolineato che la comunità ecclesiale è, per volontà
di Cristo, costituita da discepoli invitati «a collaborare direttamente
alla sua missione»: Gesù «non disdegna l’aiuto che altri uomini possono
recare alla sua opera; conosce i loro limiti, le loro debolezze, ma non
li disprezza, anzi, conferisce loro la dignità di essere suoi inviati».
E le sue istruzioni sono esplicite, ha ribadito papa Ratzinger: «La
prima riguarda lo spirito di distacco: gli apostoli non devono essere
attaccati al denaro e alla comodità. Gesù poi avverte i discepoli che
non riceveranno sempre un’accoglienza favorevole: talvolta saranno
respinti; anzi, potranno essere anche perseguitati. Ma questo non li
deve impressionare: essi devono parlare a nome di Gesù e predicare il
Regno di Dio, senza essere preoccupati di avere successo. Il successo lo
lasciano a Dio».
Saverio Gaeta