Papa Francesco, ecco i suoi primi santi

Elevati agli onori dell’altare gli 800 martiri di Otranto, la prima santa colombiana, Laura Montoya, e la suora messicana Maria Guadalupe Garcìa Zavala. Esempi di attenzione ai poveri.

12/05/2013
 Papa Francesco in piazza San Pietro durante la canonizzazione dei suoi primi santi (Ansa).
Papa Francesco in piazza San Pietro durante la canonizzazione dei suoi primi santi (Ansa).

In un ideale passaggio di consegne papa Francesco canonizza i suoi primi santi in piazza San Pietro. Gli stessi annunciati da Benedetto XVI nel concistoro dell’11 febbraio al termine del quale papa Ratzinger comunicò la sua rinuncia al soglio pontificio. Con gli stendardi esposti e centinaia di migliaia di persone riuniti in piazza, Francesco ha celebrato messa per questi 802 santi elevati agli onori dell’altare: gli 800 martiri di Otranto, la prima santa colombiana, Laura Montoya, e la suora messicana Maria Guadalupe Garcìa Zavala.

E se per i martiri di Otranto il papa spiega in italiano il loro sacrificio per “la suprema testimonianza del Vangelo nel 1480” - ricordando che “circa ottocento persone, sopravvissute all’assedio e all’invasione di Otranto, furono decapitate nei pressi di quella città. Si rifiutarono di rinnegare la propria fede e morirono confessando Cristo risorto” - per le due sante latinoamericane Francesco riprende la sua lingua originaria: ai fedeli, per la maggioranza di lingua spagnola, le indica come esempi di evangelizzazione e attenzione ai poveri, “rinunciando alla propria vita per seguire Gesù”, dice a braccio, “insegnandoci a non avere ripugnanza a toccare la carne di Cristo”, come faceva madre “Lupita” con gli infermi del suo ospedale, o Laura Montoya con gli indigeni presso i quali evangelizzava.

Una testimonianza che non viene relegata al passato. Anzi: “Mentre veneriamo i martiri di Otranto”, ha spiegato il Papa, “chiediamo a Dio di sostenere tanti cristiani che, proprio in questi tempi e in tante parti del mondo, ancora soffrono violenze, e dia loro il coraggio della fedeltà e di rispondere al male con il bene”. Tra i concelebranti anche il cardinale Angelo Bagnasco e il cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga. Doppia lingua anche per il Regina Coeli, al termine della messa. Il Papa, dopo aver salutato le delegazioni ufficiali dell’Italia, della Colombia e del Messico ha invitato “il caro popolo italiano a guardare con speranza al futuro”, sull’esempio dei martiri di Otranto, “confidando nella vicinanza di Dio che mai abbandona, anche nei momenti difficili”.

Per la Colombia si è augurato che “continui a lavorare per la pace e il giusto sviluppo del Paese”, grazie anche all’intercessione di Madre Laura Montoya, e per “la nobile nazione messicana”, per intercessione di Santa Guadalaupe Garcìa Zavala, che si proceda "nel camino di solidarietà e di convivenza fraterna” allontanando “violenza e insicurezza”. Uno sguardo poi anche sul sacerdote Luigi Novarese, proclamato beato sabato. “Prete esemplare”, ha detto il Papa, “che ha saputo rinnovare la pastorale dei malati rendendoli soggetti attivi nella Chiesa”.

Infine il Papa ha invitato a sostenere l’iniziativa europea “Uno di noi”. “Mi piace ricordare anche la raccolta di firme che oggi si tiene in molte parrocchie italiane, al fine di sostenere l’iniziativa europea “Uno di noi”, per garantire protezione giuridica all’embrione, tutelando ogni essere umano sin dal primo istante della sua esistenza”, ha detto dando appuntamento al 15 e 16 giugno con la “Giornata dell’Evangelium Vitae”, che avrà luogo in Vaticano.

Annachiara Valle
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