04/06/2010
La folla di Cipro abbraccia Benedetto XVI.
Il Papa è arrivato è arrivato a Cipro, ma ha evitato di fare, se si esclude un piccolo cenno nel discorso all’aeroporto internazionale di Paphos, ogni riferimento alla questione dell’isola divisa in due, la parte Nord occupata dalle truppe di Ankara nel 1974, dove è stata autoproclamata una Repubblica riconoscita solo dalla Turchia, e la parte Sud, greco-cipriota, Stato che fa parte della Unione Europea.
Sull’aereo ha parlato dell’omicidio di monsignor Luigi Padovese, ma escluso “sicuramente” che si tratti di “un assassinio politico e religioso”. Ha detto che l’omicidio “non deve oscurare il dialogo con l’Islam” e ha spiegato che esso non “può essere attribuito alla Turchia e ai turchi”. Sulla questione mediorientale, poiché il Papa a Cipro è venuto per consegnare domenica il documento di lavoro del prossimo Sinodo speciale dei vescovi sul Medio Oriente, e in particolare sulla crisi di Gaza Benedetto XVI ha osservato che non “bisogna perdere la pazienza” per trovare una soluzione.
Insomma, la diplomazia vaticana ha scelto un profilo molto basso in una zona carica di tensioni e il viaggio appare impostato tutto attorno ai temi religiosi ed ecumenici. Non così è stato da parte cipriota. Il presidente Demetris Christofias nel saluto al Papa all’aeroporto ha accennato subito alla divisione dell’isola: “Cipro ha bisogno della sua parola di pace, considerata la difficile situazione che vive nei suoi territori occupati”. Poi ha insistito chiedendo di riavere “presto unità e libertà” e sottolineando che i negoziati devono portare “ al completo ritiro delle forze di occupazioni straniere e al ristabilimento dei diritti e della libertà basilari per il popolo cipriota nel suo insieme”.
Benedetto XVI ha dedicato al problema di Cipro solo una frase per affermare la necessità di “vivere in armonia con i vostri vicini” e di risolvere i problemi con l’aiuto della “comunità internazionale”. Poi si è spostato nella area archeologica di Paphos dove vi è stata la prima preghiera ecumenica con il patriarca ortodosso Chrysostomos, capo della Chiesa ortodossa di Cipro. Nel discorso al Papa il patriarca ha denunciato con toni drammatici l’occupazione della Turchia, ha parlato di “pulizia etnica”, ha raccontato delle distruzioni del patrimonio artistico e religioso nella parte nord dell’isola.
Un discorso dai toni particolarmente duri che ha stupito gli osservatori e che sicuramente susciterà polemiche, soprattutto adesso, dopo la ripresa dei colloqui tra il presidente greco e quello turco-cipriota e la visita che lo stesso patriarca ha fatto due settimane fa nella parte nord dove nessun capo della Chiesa ortodossa si recava dal tempo dell’invasione turca del 1974. Benedetto XVI invece ha proposto una riflessione eclusivamente religiosa sulla nececessità del dialogo tra le Chiese cristiane e sulla riconciliazione verso la piena comunione che, ha detto , “non sarà certamente priva di diffcoltà”.
Alberto Bobbio