19/03/2013
Un gesto di tenerezza del Papa (Ansa).
Nel libro del Genesi (2, 15) si afferma che Dio pose l’uomo nel giardino
dell’Eden «affinché lo
coltivasse e lo custodisse». Un invito che è anche un ammonimento:
l'uomo non può mai sentirsi "signore" o "padrone" del Creato e delle
persone che gli sono vicino.
È l'appello, in uno dei passaggi più belli ed emozionanti della sua
omelia, che Papa Francesco ha rivolto martedì mattina in Piazza San
Pietro nella messa solenne d'inizio pontificato.
Prendendo come esempio San Giuseppe, custode della Chiesa, il pontefice
ha spiegato che «la vocazione del custodire, però, non riguarda
solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è
semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la
bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come
ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni
creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo».
Un compito che non si riduce solo al rispetto dell'ambiente ma che si
estende a tutti gli ambiti della vita umana: «È il custodire la gente,
l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei
bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono
nella periferia del nostro cuore», ha continuato il Papa. «E’ l’aver
cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono
reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col
tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con
sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella
confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla
custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate
custodi dei doni di Dio!».
Ecco il "programma", se così si può chiamare, del Pontefice verso i
fedeli e i potenti della Terra: richiamare ognuno alla responsabilità
nel "coltivare e custodire", proprio come l'antico comandamento biblico,
ciò che non è nostro ma che ci è stato solo affidato e donato. «Quando l’uomo viene meno a questa
responsabilità», avverte il Papa, «quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora
trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia,
purtroppo, ci sono degli "Erode" che tramano disegni di morte,
distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna».
Infine, Papa Francesco ha rivolto il suo appello a chi ha responsabilità
di governo: «Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano
ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti
gli uomini e le donne di buona volontà: siamo "custodi" della
creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell'altro,
dell'ambiente».
Ai potenti della Terra si è rivolto con un semplice, umile "per favore".
Poi ha concluso: «Ricordiamo che l'odio, l'invidia, la superbia
sporcano la vita!».
Antonio Sanfrancesco