13/05/2012
Papa Benedetto XVI accolto ad Arezzo da monsignor Riccardo Fontana (foto del servizio: Reuters).
«Pietro è venuto a incontrare Donato». Il saluto dell’arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Riccardo Fontana, ha accolto Benedetto XVI in visita alla diocesi aretina, all’inizio di una intensa giornata che vedrà il Papa anche al santuario francescano della Verna e in preghiera dinanzi al crocifisso del Volto Santo di Sansepolcro.
«Tre doni abbiamo nelle mani», ha detto monsignor Fontana: «Le nostre Chiese vengono da lontano e non hanno paura del nuovo; la voglia giovane di cambiare il mondo per costruire la pace alla luce del Vangelo; il frutto della carità collettiva della nostra gente per i più poveri del nostro popolo».
«Un’antica Chiesa, esperta di relazioni e benemerita per l’impegno nei secoli di costruire la città dell’uomo a immagine della Città di Dio», è stata la definizione con cui il Pontefice ha salutato la comunità aretina, che «si è infatti distinta molte volte nella storia per il senso di libertà e la capacità di dialogo tra componenti sociali diverse». Una «preziosa eredità» da «far fruttificare», ha auspicato.
Due figure illustri del luogo sono state riproposte come modelli da Benedetto XVI. Il patrono san Donato «fu evangelizzatore intrepido, perché tutti si liberassero dagli usi pagani e ritrovassero nella parola di Dio la forza per affermare la dignità di ogni persona e il vero senso della libertà» e «attraverso la sua predicazione ricondusse all’unità con la preghiera e l’eucaristia i popoli per i quali fu vescovo». Il beato papa Gregorio X «si misurò con i grandi problemi del suo tempo: la riforma della Chiesa; la ricomposizione dello scisma con l’Oriente cristiano, che tentò di realizzare con il Concilio di Lione; l’attenzione per la Terra Santa; la pace e le relazioni tra i popoli».
Dinanzi al presidente del Consiglio Mario Monti, presente alla celebrazione sul parco del Prato, papa Ratzinger si è soffermato anche sulle problematiche dell’attuale momento socio-politico: «Nel contesto della Chiesa in Italia, impegnata in questo decennio sul tema dell’educazione, dobbiamo chiederci, soprattutto nella regione che è patria del Rinascimento, quale visione dell’uomo siamo in grado di proporre alle nuove generazioni. La parola di Dio che abbiamo ascoltato è un forte invito a vivere l’amore di Dio verso tutti, e la cultura di queste terre ha, tra i suoi valori distintivi, la solidarietà, l’attenzione ai più deboli, il rispetto della dignità di ciascuno».
La crisi economica e la complessità dei problemi, ha spiegato, «rendono difficile individuare le soluzioni più rapide ed efficaci per uscire dalla situazione presente, che colpisce specialmente le fasce più deboli e preoccupa non poco i giovani». Due, in particolare, le sue indicazioni: «Testimoniare l’amore di Dio nell’attenzione agli ultimi si coniuga anche con la difesa della vita, dal suo primo sorgere al suo termine naturale» e «la difesa della famiglia, attraverso leggi giuste e capaci di tutelare anche i più deboli, costituisca sempre un punto importante per mantenere un tessuto sociale solido e offrire prospettive di speranza per il future».
Saverio Gaeta