27/09/2012
Foto Ansa. L'immagine di copertina è dell'agenzia Reuters.
La denuncia che «successo, celebrità, medaglie e arricchimento divengono talvolta il primario, o addirittura l’unico motivo» che fa impegnare gli atleti è stata lanciata da Benedetto XVI nell’odierno incontro a Castel Gandolfo con i partecipanti al XXXII congresso mondiale di Medicina dello sport.
Talvolta, ha aggiunto il Pontefice, «è persino accaduto che chi voleva vincere a ogni costo ha sostituito il vero spirito sportivo ed è giunto all’abuso e al cattivo uso dei mezzi a disposizione della moderna medicina».
Per questo i medici sportivi, «consapevoli di tali tentazioni», devono agire in favore «non soltanto della salute fisica e dell’eccellenza atletica, ma anche della rigenerazione morale, spirituale e culturale».
In sostanza, l’appello di papa Ratzinger ai medici è stato incentrato sul riconoscimento che un atleta «è più di un semplice concorrente di una gara» e sull’invito affinché con le loro competenze possano «arricchire e approfondire la capacità morale e spirituale degli sportivi».
«Quelli di cui vi prendete cura», ha concluso Benedetto XVI, «sono unici e dotati di doni individuali a prescindere dalle capacità atletiche, e sono chiamati alla perfezione morale e spirituale ben prima della sollecitazione a qualsiasi risultato fisico».
Saverio Gaeta