05/06/2011
La messa a Zagabria
La convivenza non è ammessa, né come strumento per prepararsi al matrimonio, né per sostituirlo. Benedetto XVI nella messa a Zagabria nella giornata nazionale della famiglia croata invita a “non cedere a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza zome preparatoria o addirittura sostitutiva del matrimonio”. Poi ammonisce di non ridurre l’amore ad “emozione sentimentale” e a “pulsioni”. Spiega che la famiglia è esposta a “una crescente degradazione” e ne riafferma il “valore unico e insostituibile” di quella “fondata sul matrimonio”. Lancia un appello a non aver paura di fare figli: “Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità. L’apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro”. E ribadisce quindi la necessità di “provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli”, invitando i genitori a dare insegnamenti cristiani: “Cari genitori impegnatevi sempre ad insegnare ai vostri figli a pregare e pregate con essi; avvicinateli ai Sacramenti, specie all’Eucarestia; introduceteli nella vita della Chiesa; nell’intimità domestica non abbiate paura di leggere la Sacra Scrittura”.
Alla messa hanno partecipato nell’ippodromo di Zagabria oltre 300 mila persone. Così si è aperta la seconda giornata della visita in Croazia. Ieri sera il Papa aveva incontrato i giovani nella piazza principale della capitale croata: “Non lasciatevi disorientare da promesse allettanti e da facili successi, da stili di vita che privilegiano l’apparire a scapito dell’interiorità”. Ma l’incontro più atteso è stato quello con gli intellettuali, i diplomatici, i capi delle altre religioni nel teatro nazionale. Il Papa è arrivato sotto la pioggia. Subito osserva che “le religioni devono sempre purificarsi” per “corrispondere pienamente alla loro genuina missione”. Poi dedica il ragionamento al ruolo della coscienza “fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello nazionale che internazionale” e dalla quale dipende anche la “qualità della democrazia e della vita sociale”. Sottolinea che l’Europa deve “tenere conto” della coscienza, soprattutto in relazione alla crisi morale che sta vivendo, altrimenti è destinata “all’involuzione”. Insomma la coscienza è la “chiave di volta” per la costruzione del bene comune e per una società “accogliente e ospitale” e non “falsamente neutra”.
Anche ieri ci sono state polemiche nei confronti di una Chiesa croata considerata troppo nazionalista. La regia della visita intreccia è molto attenta a mostrare l’identità croata. All’incontro con gli intellettuali canti della tradizione croata e inviti solo a chi ha dimostrato attaccamento alla visione nazionalista e identitaria del Paese. Oltre all’ex-presidente Mesic la conferenza episcopale croata non ha invitato Predrag Matvejevic, l’intellettuale croato più noto all’estero, docente alla Sorbona e alla sapienza di Roma. In un’intervista nel prossimo numero di Famiglia Cristiana Matvejevic spiega che il problema principale oggi nei Balcani è quello di “liberare dal nazionalismo le identità nazionale”: “E’ un problrma per i governi, ma lo è anche per le religioni e in particolare per le Chiese cattolica croata e serba ortodossa”.
Alberto Bobbio