11/01/2011
Immigrati in Italia
L’Italia fatica a investire su un vero piano per l'integrazione degli immigrati: difficile ottenere la cittadinanza, rispondere alle domande di asilo, avere studenti stranieri, più facile invece respingere gli stranieri. E’ la denuncia della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana che ha presentato la prossima Giornata mondiale delle migrazione, che si celebra quest’anno in Italia il 16 gennaio a Genova. Il tema è “Una sola famiglia umana”. Secondo il presidente della Fondazione monsignor Bruno Schettino, vescovo di Capua, bisogna chiedersi se oggi è ancora vero e come sono tutelati i diritti della famiglia migrante nel nostro Paese. Il direttore generale di Migrantes monsignor Giancarlo Perego ha ricordato che gli immigrati in Italia sono 5 milioni, ma “ si fatica ad investire sull’ integrazione” da parte delle istituzioni e “si abbandona tutto al volontariato”.
Tra le cose urgenti c’è la legge sulla cittadinanza e la Chiesa chiede che i tempi di attesa scendano da 10 a 5 anni e che si decida per lo “ius soli”, visto che sono ormai 600 mila i bambini nati in Italia da immigrati, cioè circa 70 mila l'anno. Inoltre bisogna estendere ai giovani stranieri il diritto al servizio civile e il diritto di voto. Più attenzione andrebbe riservata anche ai rom. Circa il decreto flussi si fatica a far incontrare “domanda e offerta”, ha spiegato mons. Perego. Il nodo dei rifugiati resta uno dei più gravi è uno dei più spinosi. A fronte di una crescita delle domande d'asilo del 13 per cento nel nord Europa, con punte del 25 per cento in Germania, in Italia c'è stato un crollo del 42 per cento: 30.145 richieste nel 2008, 17.670 del 2009. Si tratta di un effetto, secondo Migrantes “anche delle politiche di respingimento in mare che rischiano di ledere i diritti delle persone”. Oggi in Italia i rifugiati sono circa 55 mila, contro i 600mila della Germania, i 270mila del Regno Unito, i 200mila della Francia. Perego ha spiegato che chi richiede asilo arriva sempre di più in aereo. E Migrantes ha aperto sportelli nei principali aeroporti italiani, proprio per evitare che gli aeroporti diventino la nuova frontiera del respingimento. L’altro aspetto critico sottolineato dalla Fondazione della Cei riguarda gli studenti stranieri. Le università italiane sono ultime, tra i Paesi Ocse, per presenza di studenti stranieri. Se la media è del 10 per cento, con punte del 18 per cento nel Regno Unito, di circa l’ 11 per cento in Germania e Francia, in Italia il tasso è del 3,1 per cento.
Alberto Bobbio