Azione cattolica: politica, un dovere

Nota della presidenza nazionale in merito al dibattito su nascita di nuovi soggetti politici e ruolo dei credenti. Confronto su contenuti e valori;: lavoro, giovani. legge elettorale.

21/09/2012
Franco Miano, presidente nazionale dell'Azione Cattolica Italiana
Franco Miano, presidente nazionale dell'Azione Cattolica Italiana

L'associazionismo cattolico non si sta tirando indietro di fronte all’appello dei pastori e dello stesso Benedetto XVI per un maggior impegno in politica. Prima le Acli e in questi giorni l’Azione cattolica si stanno confrontando apertamente sul tema. Dopo il fine settimana di Orvieto, con l’incontro nazionale delle Acli, tocca all’Azione cattolica riunita a Roma dal pomeriggio di venerdì 21 fino a domenica 23 settembre per l’incontro con i presidenti diocesani.

Alla vigilia dell’appuntamento la presidenza nazionale ha voluto rendere pubblica una Nota in merito al dibattito sulla nascita di nuovi soggetti politici e sul ruolo dei cattolici. Titolo del documento Cattolici e politica. Prima i contenuti. Sull’unità dei cattolici in politica l’Azione cattolica denuncia il ridursi del dibattitom appiattito su un piano semplicistico. Si mette a tema il contenitore e non il contenuto, spiegano in Ac.  «Questo approccio», si legge nella Nota, «non coglie la fase nuova dell’impegno dei credenti in politica. Viene del tutto trascurato il forte impegno del mondo cattolico, in dialogo con tutti, per restituire al Paese un patrimonio di valori condivisi e un confronto politico più pacato. I cattolici lavorano, e non da ieri, non per trovare uno spazio elettorale, ma per riempire di “contenuti” una scena pubblica occupata spesso da odi, rancori, scandali, sprechi e lentezza nel rispondere alla crisi, che – come ha ricordato il 29 agosto scorso il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana – coinvolge innanzitutto la visione dell’uomo».

La presidenza ricorda poi di aver «intensificato gli sforzi dell’associazione per formare i soci al bene comune e all’impegno diretto, e per mettere in rete le esperienze degli amministratori locali provenienti dall’Ac (oltre 500 amministratori hanno partecipato, negli ultimi due anni, a momenti nazionali di studio e confronto su tematiche concrete, e hanno mostrato quanto sia errato guardare sempre e solo ai grandi scenari politici nazionali)».

Al centro del dibattito, per l’Azione cattolica italiana, devono esserci i temi della «riforma elettorale (che ancora, inspiegabilmente, tarda a venire) e delle istituzioni; la questione giovanile tra precarietà e mobilità sociale negata; la centralità dei processi educativi e formativi; l’urgenza di muoversi verso un’Europa che abbia un’anima e che persegua la pace, la cooperazione e l’accoglienza, e non solo la solidità della moneta unica; l’impegno per una legalità diffusa e contro ogni forma di corruzione; la questione lavoro nel suo complesso (perché il lavoro e i lavoratori non siano considerati merce o semplici fattori produttivi); il rilancio di un nuovo patto tra le generazioni».

Annachiara Valle
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Postato da vdiste1939 il 21/09/2012 16:30

ma davvero siamo convinti di questa affermazione? dal dopguerra solo alcuni cattolici(pochi) hanno dato prova di seguire il VANGELO, non le varie camarille di vescovi e associazioni. la politica è sporca in se stessa è difficile salvarsidal contagio. lo scempio attuale è figlio diretto della gestione democristiana e di tutti coloro(vedi berlusconi) che si sono nascosti dietro le tonache per fare i loro porci comodi. non credo che in italia abbiamo bisogno di una similteocrazia tipo islam

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