La Cei: fermate le armi

Bagnasco chiede iniziative diplomatiche e al Governo di non lasciare sola Lampedusa. I vescovi Usa scrivono ad Obama. Per quelli del Maghreb la guerra ritenuta una crociata.

28/03/2011
Il cardinale Angelo Bagnasco
Il cardinale Angelo Bagnasco

Tacciano le armi e si trovi una soluzione diplomatica. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, aprendo i lavori della sessione primaverile del Consiglio permanente della Cei, ha detto basta alla guerra: “Auspichiamo che si fermino le armi”. La stessa cosa che aveva chiesto domenica all’Angelus Benedetto XVI. Bagnasco poi ha aggiunto: “Noi crediamo che la strada della diplomazia sia la via giusta e possibile”. Il presidente della Cei si è occupato anche dalla situazione drammatica di Lampedusa, rilevando che è “un’illusione” riuscire a “piantonare le coste di un continente intero” e che l’unica soluzione si trova in “politiche di cooperazione” tra le sponde del Mediterraneo. Di fronte alla “nuova emergenza” ci si sta muovendo invece “tra comprensibili difficoltà e qualche resistenza”. Certamente l’Italia non può fare tutto da sola e ha bisogno dell’Europa, perché l’Europa, ha detto Bagnasco, è “in debito verso l’Africa” e ora non può commettere passi falsi, altrimenti contribuisce a far fallire “gli sforzi di questo popoli in cammino verso approdi più democratici e rispettosi dei diritti dell’uomo”.

 Bagnasco ha lamentato “un deficit di conoscenza circa la situazione interna ai vari Paesi” e ha anche denunciato che lo sguardo non è stato rivolto alla “vitalità dei popoli”, ma alla “immobilità dei regimi”, senza capire che “gli indici antropologici” sono “più decisivi di quelli politici”. Oggi siamo di fronte ad un “quadro confuso”, dove si intrecciano “emergenze concretissime” a “obiettivi politico-ideologici” e a “interessi economici”.  Su Lampedusa ha chiesto “ai responsabili” un “ulteriore sforzo” perché “si dia sollievo all’isola e ai suoi abitanti”: “Non devono sentirsi soli”.


Anche i vescovi americani hanno espresso preoccupazioni sul conflitto e hanno rivolto un appello all’amministrazione Obama, chiedendo che “l’uso della forza” resti “limitato e concentrato” sull’obiettivo della missione: “Proteggere i civili”. In una lettera inviata dal vescovo di Albany, monsignor James Hubbarad, presidente della Commissione per la giustizia e la Pace, al consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Thomas E.Donilon hanno proposto una riflessione sull’uso della forza militare, legittima solo come “ultima risorsa” e al servizio di una “giusta causa”. Per i vescovi statunitensi, la risoluzione 1973 delle Nazioni Unite sembra rispondere a questi criteri. Tuttavia essi domandano se “le forze della coalizione internazionale sapranno alla lunga restare concentrate sull’obiettivo della missione”. Una “soluzione giusta” e una “mediazione diplomatica” sono chieste anche dalla conferenza episcopale dei vescovi dell’Africa del nord in un appello firmato dal presidente mons.Vincent Landel, arcivescovo di Rabat: “Sappiamo che la guerra non risolve niente. Inoltre, che lo vogliamo o no, la guerra nel Vicino Oriente, e ora nel Maghreb, sarà sempre interpretata come una “crociata con conseguenze inevitabili sulle relazioni tra cristiani e musulmani”. 

Alberto Bobbio
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da e.milli il 01/04/2011 19:05

Cari signori, forse non ci siamo capiti. Ho letto la prolusione del Cardinale ed è vero che ce n'è per tutti, ma resto convinta che sul tema le posizioni non siano poi così diverse da quelle dell'Innominabile (che brutta cosa la politica della delegittimazione, ma ormai è così). E a proposito della frase citata dal vicedirettore, sottolineo le parole "continente intero" che mi sembra un ulteriore rimbrotto all'Europa. Certo che è impossibile piantonare tutte le coste e occorre cooperazione "tra le sponde del Mediterraneo". Sono certa che il cardinale non si riferiva a casi specifici, ma è pur vero che il freno all'immigrazione cooperando con "le sponde del Mediterraneo" è quello che hanno cercato di fare prima Prodi (maluccio), poi Berlusconi (molto meglio, al netto del baciamano). Ed è quello che si sta tentando oggi con la Tunisia.

Postato da Franco Salis il 30/03/2011 21:26

Per e.milli il 30/03/2011 18.06,prima di attribuire ai vescovi un pensiero pari a quello di un essere non nominabile e dei suoi ministri,leggiti le loro dichiarazioni e prolusioni. Le potrai trovare ormai ampiamente sia su Famiglia Cristiana, che su L’Avvenire che sull’Osservatore Romano. Ma quando mai un vescovo ha detto riferendosi al triste fenomeno dell’immigrazione (triste per loro che per i lampedusani che per chiunque abbia una coscienza) ciò che ha detto il più illustre dei ministri del non nominabile “Se ne andassero fora da i ball" ? L’accostamento è di per sé offensivo.

Postato da e.milli il 30/03/2011 18:06

nessuno lo fa notare, ma una volta tanto mi sembra che i vescovi la pensino proprio come Berlusconi e i suoi ministri.

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice direttore FC)

Cara (o forse caro?) E.milli,

Ci andrei piano prima di tirare il cardinale Bagnaso per la giacca. La sua prolusione è un documento ampio e complesso, molto approfondito, in cui, per così dire, "ce n'è per tutti", nel senso che tutti ci possono trovare qualcosa da imparare. Tra questi tutti anche i nostri attuali ministri. Puoi leggere il testo integrale della prolusione (CLICCA QUI) e controllare. Per fare un solo esempio, l'affermazione del Cardinale "è un'illusione riuscire a piantonare le coste di un continente intero" (a pag.6 della Prolusione) potrebbe anche essere giudicata una bocciatura della politica fin qui seguita dal Governo. Ma, ripeto, il documento va letto nella sua interezza. Le citazioni prese qui e là fuori contesto non hanno senso.
A presto

Postato da Franco Salis il 29/03/2011 19:50

Ho letto la posizione del Papa all’Angelus,la posizione della Azione cattolica e la prolusione del cardinale Bagnasco. Tutto giusto.Tutto condivisibile. Mi pare ovvio che le tre posizioni siano in sintonia:unica voce. Però se vogliamo, quella dell’ACI è più precisa :io do questa lettura: ”attiviamo la diplomazia per far tacere le armi”. E non “tacciano le armi e dar luogo alla diplomazia”. Sembra una cosa da nulla,ma non lo è. Se tacciono le armi,senza prima aver stabilito un po’ d’ordine, che fine fanno i “rivoltosi”? E se i rivoltosi escono perdenti che fine fa l’aspirazione alla democrazia di ampie fasce della popolazione sia dell’Africa che dell’Asia? Chi se la sente di dire che di Gheddafi ci si può fidare? E’ anche vero che niente o nulla è apparso sulla stampa di ampia diffusione di ciò che stava per succedere, ma sulla stampa specialistica si e ampiamente. Anche in merito la posizione del cardinale Bagnasco è sottile (cioè penetra a fondo). L’estensore del servizio ha riportato una frase della prolusione che anche io riporto:”e ha anche denunciato che lo sguardo non è stato rivolto “alla vitalità dei popoli”, ma alla “immobilità dei regimi”, senza capire che “gli indici antropologici” sono “più decisivi di quelli politici”. E che cosa c’è di più vero? Ma chi sono i responsabili? E no, questa volta non ci casco, questa volta mi cucio la bocca o meglio le dita. Buona sera

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati