07/06/2010
Il Papa a Cipro davanti al muro
I cristiani del Medio Oriente "soffrono grandi prove dovute alla situazione attuale", quindi bisogna "trovare soluzioni giuste e durature ai conflitti che causano così tante sofferenze". Il Papa celebra l’unica messa pubblica della visita a Cipro e consegna lo Strumento di lavoro del prossimo Sinodo speciale per il Medio Oriente che si svolgerà ad ottobre in Vaticano. E lancia un appello per la pace, prima che sia troppo tardi: "Uno sforzo internazionale urgente e concertato al fine di risolvere le tensioni che continuano nel Medio Oriente, specie in Terra Santa, prima che tali conflitti conducano a uno spargimento maggiore di sangue".
Al Sinodo mancherà monsignor Luigi Padovese, ucciso in Turchia il giorno prima della visita del Papa a Cipro. Lo ricorda il segretario del Sinodo mons. Nikola Eterović e, prima di consegnare il documento sinodale, il Papa dice che “come presidente della Conferenza episcopale turca, ha contribuito alla preparazione dell’Instrumentum laboris”: “La notizia della sua inattesa e tragica morte, martedì, ha sorpreso e colpito tutti noi. Raccomando la sua anima alla misericordia di Dio onnipotente, memore di quanto si è impegnato, specialmente da vescovo, per la comprensione interreligiosa e culturale e per il dialogo tra le Chiese. La sua morte fa riflettere sulla vocazione che condividono tutti i cristiani, essere coraggiosi testimoni in ogni circostanza di ciò che è buono, nobile e giusto".
Il Papa poi ha ringraziato i cristiani del Medio Oriente: "Spesso agite con artigiani della pace nel difficile processo di riconciliazione. Voi meritate la riconoscenza per il ruolo inestimabile che rivestite. E’ mia ferma speranza che i vostri diritti siano sempre più rispettati, compreso il diritto alla libertà di culto e la libertà religiosa, e che non soffriate giammai di discriminazioni di alcun tipo". Nel testo che prepara il Sinodo si legge che "da decenni la mancata risoluzione del conflitto israelo-palestinese, il non rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, e l’egoismo delle grandi potenze hanno destabilizzato l’equilibrio della regione e imposto alle popolazioni una violenza che rischia di gettarle nella disperazione". Si parla anche dell’occupazione israeliana, defnita "un’ un’ingiustizia politica imposta ai palestinesi", che non si può giustificare con pretese teologiche.
Alberto Bobbio