Suore, quei richiami dal Vaticano

La questione delle religiose americane accusate di progressismo agita la Chiesa. Forse oggi una risposta dell'assemblea cui fanno capo 57 mila sorelle.

11/08/2012
Suor Janet Mock (a sinistra) e suor Pat Farrell, direttrice e presidente dell'Lcwr, al termine di un incontro col cardinale Levada in Vaticano.
Suor Janet Mock (a sinistra) e suor Pat Farrell, direttrice e presidente dell'Lcwr, al termine di un incontro col cardinale Levada in Vaticano.

Forse sarà resa nota già stasera o forse bisognerà attendere la conferenza stampa del 16 agosto per sapere quale risposta la Lcwr (acronimo di Leadership conference of women religious), l'organizzazione riconosciuta dalla Chiesa cattolica che raggruppa l’80 per cento delle 57 mila suore americane, darà al Vaticano che la accusa di eccessivo progressismo.

Le suore, riunite a Saint Louis, in Missouri, dal 7 agosto scorso, stanno discutendo i risultati dell’incontro dello scorso 12 giugno, a Roma, tra il vertice della Lcwr e il cardinale Levada - al tempo prefetto della congregazione per la Dottrina della fede - e monsignor Peter Sartain, arcivescovo di Seattle e delegato vaticano per la supervisione della riforma cui le suore erano state chiamate (revisione statuti, testi liturgici, pianificazione programmi).  La congregazione per la Dottrina della fede, dopo una lunga ispezione, lo scorso aprile, aveva contestato alle religiose di dedicarsi esclusivamente ai poveri e di non impegnarsi a sufficienza, invece, nel campo della lotta alla contraccezione, all’aborto, ai matrimoni gay. L’accusa è stata quella di essersi fatte contaminare dal femminismo radicale.

«La situazione dottrinale e pastorale attuale della Lcwr è grave», era stata la conclusione dell’indagine, «ed è un argomento di seria preoccupazione». A fine maggio, però, la Lcwr aveva ribattuto colpo su colpo, forte del sostegno di molti fedeli. Le suore avevano definito le accuse «non circostanziate»  e frutto «di una procedura segnata dalla mancanza di trasparenza». Inoltre aggiungevano che le misure imposte da Roma erano «sproporzionate» e tali da rendere impossibile alle suore di compiere la loro missione.

Erano seguite marce, dibattiti, seminari, persino un tour denominato Nuns on the bus per spiegare le loro ragioni attraverso un viaggio in nove stati americani. Quando la marcia era arrivata a Washington, davanti alla nunziatura apostolica, monsignor Carlo Maria Viganò, nunzio vaticano, era sceso a incontrare i manifestanti e la scelta di continuare poi il dibattito all’interno dell’ufficio con alcuni rappresentanti del movimento aveva suscitato molte attese.

Anche in questi giorni segni di apertura e di solidarietà nei confronti delle suore si stanno registrando da più parti. La più significativa è apparsa sul blog del cardinale di New York Timothy Dolan, presidente della Conferenza dei vescovi Usa e uno degli ecclesiastici più stimati da Benedetto XVI. Il cardinale ricorda la guerra civile «quando le religiose si prodigarono nella cura di feriti e moribondi, incuranti del rischio di rimanere uccise da cannonate o da proiettili. E molti feriti, dopo essere tornati a casa grazie all'assistenza delle suore, commentarono: "Questi cattolici non sono niente male"» Secondo il cardinale «Roma apprezza le suore così tanto da volerle il più possibile forti e fedeli».

«Alcuni», continua il porporato, «dicono che la Santa Sede sia troppo "morbida" e che la Lcwr dovrebbe essere soppressa perché "eretica" mentre all'estremo opposto si sostiene che l'"oppressivo" Vaticano abbia paura di queste donne indipendenti, dal libero pensiero. Queste "caricature" certo non aiutano e non vanno dimenticati gli avvenimenti, nella storia, che hanno fatto giustizia di questi pregiudizi, radicati nell'ignoranza e nella superstizione».

In conclunsione, sottolinea il cardinale, richiamando il grande impegno delle religiose, «ciò che non è mai in discussione è il nostro amore e la nostra gratitudine per queste sorelle: noi cattolici amiamo le suore, noi americani amiamo le suore».

Annachiara Valle
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Postato da CZAR il 11/08/2012 20:28

La seguente frase di questo articolo mi ha lasciato sbalordito : " La congregazione per la dottrina della Fede aveva contestato alle religiose di dedicarsi esclusivamente ai poveri " ! Cosa ne direbbe San Francesco d' Assisi ?

Postato da Andrea Annibale il 11/08/2012 12:14

E’ il diavolo che cerca di dividere il mondo cattolico. Nel mondo statunitense, destra e sinistra cattoliche appaiono ancora più polarizzate che tra noi. La destra cattolica è accusata di fregarsene altamente dei poveri con politiche che premiano la minoranza dei ricchi e ricchissimi. La sinistra è accusata di non dare importanza sufficiente alla piaga dell’aborto e della contraccezione e di concentrarsi esclusivamente sull’aiuto ai poveri. Innanzitutto, mi pare di dire che queste suore vadano rispettate per ciò che fanno. E’ evidente però la necessità di una riconciliazione di fronte a forze potenti che vogliono separarle dai Vescovi e dal Papa. Negli anni ’60 e ’70 sono entrate nel mondo cattolico molte persone provenienti dalle aree marxiste e femministe tanto che si può parlare di un catto-comunismo diffuso e di un catto-femminismo. La realtà della Chiesa voluta dal Vaticano II non ha rinnegato la gerarchia, rinnegando la definizione della Chiesa come societas perfecta, accogliendo tutti i fedeli come popolo di Dio eguali e fratelli. Di fronte a queste forze che vogliono dividere la Chiesa, si deve a mio avviso affermare, alla luce della realtà evidente ed innegabile della successione apostolica che dà ai Vescovi ed al Papa il diritto di pascere le pecore, la strada della conciliazione nell’umiltà, nell’amore e nell’ubbidienza evitando di fare a pezzi secondo ragioni di convenienza l’indivisibile dottrina della Chiesa. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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