03/03/2013
Il
web è spesso popolato da frammenti ad effetto, aforismi nati dalla fantasia dei
cybernauti e non firmati. «Nulla è più Presente della tua Assenza» è una frase
di origine anonima, indicizzata dai motori di ricerca, che ben racconta l’atmosfera
di sospensione vissuta dopo la rinuncia di Benedetto XVI.
Joseph
Ratzinger ha accompagnato da Papa per quasi otto anni una Chiesa nata proprio
dall’assenza del Cristo. È l’Ascensione che fa crescere gli apostoli, l’assenza
fisica del Maestro li spinge a cercarlo nel profondo di se stessi, nei fratelli,
nella comunione con gli altri. La privazione della presenza fisica li abilita
all’autonomia, che non è assoluta indipendenza. Il sottrarsi genera più domande,
più reazioni e più cambiamenti della presenza.
Anche
l’assenza digitale ha un suo peso specifico. Il sito www.vatican.va racconta contemporaneamente la
privazione del presente e la ricchezza del passato. Si apre con lo stemma della
sede vacante, ovvero con un vuoto di documenti, foto e discorsi che
quotidianamente hanno popolato il web ma, nel contempo, presenta in home page
anche una pubblicazione elettronica sul pontificato di Bendetto XVI. Per la
prima volta compare un sussidio elettronico che collega brevi testi foto e
documenti, un regalo ai cybernauti al termine del pontificato.
L’account
Twitter @Pontifex è sospeso, almeno sino all’elezione del nuovo Papa che
deciderà il da farsi, ma al tempo stesso è memoria viva (e i tweet di Benedetto
XVI sono tutti in archivio) di una serie di relazioni tessute nella rete in
queste poche settimane di presenza sul noto social network.
Il
vuoto fisico fa risaltare la presenza digitale, quasi come un’ eredità
spirituale che connette tutto il mondo in una prossimità impensabile fino a
qualche anno fa.
L’ultima
consegna di Benedetto XVI per l’anno della fede sarà un dono digitale: l’ostensione
televisiva della Sindone il 30 marzo quando, forse, potrebbe già esserci il
nuovo Papa. Quasi a dire con le parole di Giovanni il Battista, valide anche
nella dimensione digitale: «Egli deve crescere e io invece diminuire».
don Marco Sanavio