«Tentati di non accettare limiti»

Il Papa, durante l’udienza generale nell'aula Paolo VI, ha proseguito le sue catechesi sul Credo: l'uomo diventa grande solo se si scopre piccolo davanti al Dio che lo ha creato.

06/02/2013
Foto Reuters. La fotografia di copertina è dell'agenzia Ansa.
Foto Reuters. La fotografia di copertina è dell'agenzia Ansa.

«Costruirsi da soli il mondo in cui vivere, non accettare i limiti dell’essere creatura, i limiti del bene e del male, della moralità». Così il Papa, soffermandosi sul primo libro della Genesi nell'udienza generale del mercoledì , ha interpretato la «tentazione» simboleggiata dal serpente, che vede la «dipendenza dall’amore creatore di Dio» come «un peso di cui liberarsi» e «suscita il sospetto che l’alleanza con Dio sia come una catena che lega, che priva della libertà e delle cose più belle e preziose della vita».


«Ma quando si falsa il rapporto con Dio, mettendosi al suo posto, tutti gli altri rapporti vengono alterati», ha ammonito Benedetto XVI: «Allora l’altro diventa un rivale, una minaccia», e «il mondo non è più il giardino in cui vivere con armonia, ma un luogo da sfruttare e nel quale si celano insidie, l’invidia e l’odio verso l’altro entrano nel cuore dell’uomo». «Andando contro il suo Creatore - ha commentato il Papa - in realtà l’uomo va contro se stesso, e il male entra nel mondo, con la sua penosa catena di dolore e di morte». Altra immagine significativa della Genesi, il giardino con l’albero della conoscenza del bene e del male, che «ci dice che la realtà in cui Dio ha posto l’essere umano non è una foresta selvaggia, ma luogo che protegge, nutre e sostiene» e che «l’uomo deve riconoscere il mondo non come proprietà da saccheggiare e da sfruttare, ma come dono da coltivare e custodire».

Alberto Chiara
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Postato da Andrea Annibale il 06/02/2013 13:00

Per colpa della hýbris, possiamo ingannare noi stessi e gli altri ma non Dio. Dio, in quanto è Colui che non può essere ingannato, è garante dell’ordine con cui ha creato l’uomo e le cose. Il peggiore inganno è quello fatto in nome della fede (Matteo, 24, 4-5). Giuda iscariota inganna Gesù in nome di una fede distorta. Il diavolo inganna Eva che inganna Adamo. L’uomo è un essere che può essere ingannato. Per non vivere tutta la vita nella dimensione dell’autoinganno e dell’inganno del prossimo, dobbiamo abbandonare la citata hýbris, il delirio di prevaricazione, di sufficienza, di onnipotenza che ci fa credere simili a Dio. Il pensare di non avere limiti può essere anche un errore di una fede distorta, come dicevo. Una fede che baratta la preghiera con favori magici concessi da Dio. Quanto è più difficile seguire la via che Gesù indica! Una via e vita di umiltà, di misericordia, di prudenza. Come una mulattiera di montagna, questa via conduce a vette inaspettate. Ci scopriamo, forse, eletti e non solo chiamati, al momento della morte. Ma già fin da ora, coltiviamo la speranza che la misericordia di Dio e il sacrificio di Suo Figlio sulla Croce e Resurrezione ci pongano al riparo da una visione distorta della fede e di noi stessi che finisce inevitabilmente per inquinare il rapporto con Dio ed il prossimo. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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