19/04/2010
Almeno 40.000 persone hanno partecipato alla Messa del Papa a Malta.
La Valletta (Malta)
Per la terza volta Benedetto XVI incontra le vittime di abusi sessuali da parte del clero. Lo ha fatto a New York, a Sydney e ieri a Malta. Lo scandalo continua a preoccupare la Chiesa e il Papa continua a mettere se stesso di fronte a esso. Ha ripetuto che si assume il dramma e la vergogna in prima persona, ha pregato con le vittime, ha ascoltato le loro storie orribili e ieri a Malta nella cappella della nunziatura il Papa ha pianto.
Ci si domanda se questo sarà il destino di Benedetto XVI e l’appuntamento di ogni viaggio futuro. Il Papa ha deciso una linea: tolleranza zero per gli autori; comprensione, aiuto e vicinanza per le vittime. Ma è evidente che la pulizia nella Chiesa non è ancora finita, che quella “sporcizia” denunciata dal cardinale Ratzinger nella Via Crucis del Colosseo del 2005, mentre Karol Wojtyla si spegneva, è ancora presente nella Chiesa. Mai un Papa finora aveva caricato su di sé tanta vergogna per chi ha tradito il Vangelo. Eppure è l’unico modo per voltare pagina. Ratzinger lo sa. Ma forse non tutti sono d’accordo con lui, dentro e fuori la Chiesa.
La missione a Malta ha registrato il culmine nella preghiera con le vittime degli abusi, simbolo di uno scandalo che rischia di travolgere la Chiesa. E’ accaduto anche in uno dei Pesi più cattolici del mondo, come era già avvenuto per l’Irlanda. Malta, bastione del cattolicesimo, fa i conti con il tradimento del Vangelo. Abbiamo fatto troppo poco per il Vangelo, ha detto in pratica il vescovo dell’isola monsignor Paul Cremona, in una sorta di autocritica davanti al Papa nella messa di domenica. Parole che scuotono e impongono di trovare la via di una nuova evangelizzazione. Non basta dirsi cattolici quasi al cento per cento e non basta non avere una legge sul divorzio e sull’aborto.
Il Papa ha lodato l’identità cattolica di Malta, l’ha additata come esempio al resto d’Europa. Ma ha anche sottolineato che per vivere con il Vangelo in mano bisogna stendere quelle mani ai poveri, agli emarginati, agli immigrati, a tutti coloro che soffrono, anche per la vergogna della Chiesa. Lui lo ha fatto. E a Malta ha dato una lezione. Ma molto resta da fare. Ha detto il Papa, con parole che colpiscono come un ammonimento: “Dio sfida ciascuno di noi a cambiare e a diventare più perfetti”.
Alberto Bobbio