14/06/2010
Un momento del funerale di monsignor Padovese, celebrato dal cardinale Dionigi Tettamanzi, nel Duomo di Milano.
Il Duomo di Milano gremito, la gente, l’inviato del Papa, il rappresentante del governo italiano, l’ambasciatore turco, quaranta vescovi e 350 sacerdoti. L’ultimo saluto a monsignor Luigi Padovese, il presidente della Conferenza episcopale turca, ucciso il 3 giugno Iskenderun, riscatta il basso profilo che fin qui tutti hanno tenuto circa il suo assassino. I misteri sono ancora molti e il governatore della Lombardia Roberto Formigoni ha chiesto al governo italiano di insistere con quello turco che “sia aperta un’inchiesta ufficiale”: “La ricostruzione data dalle autorità turche pare inverosimile, numerosi testimoni e agenzie di stampa parlano non di un evento accidentale, opera di uno squilibrato, ma della volontà di colpire il vescovo, il cattolico, il cristiano. Sappiamo chi è il suo assassino ma non sappiamo come è avvenuto, in che contesto, quali siano le vere motivazioni”. Il Papa nel telegramma letto dal nunzio apostolico in Italia monsignor Bertello ricorda il “fermo impegno per il dialogo e per la riconciliazione che ha caratterizzato la vita sacerdotale e il ministero episcopale” di Padovese. Anche il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi ha sottolineato nell’omelia gli “incessanti sforzi” del vescovo ucciso “per costruire spazi di dialogo e di incontro tra le religioni e tra gli stessi cristiani”.
Alla fine del rito ha preso la parola monsignor Ruggero Franceschini, arcivescovo di Smirne che il Papa ha nominato sabato scorso anche successore di Padovese a Iskanderun: “Hanno ucciso un pastore buono”. Franceschini ha osservato che ora il “piccolo gregge” dei cristiani dell’Anatolia è “sgomento e impaurito” e la Chiesa locale è “troppo piccola e troppo giovane per superare da sola una tragedia simile”. Per questo motivo ha lanciato un appello ai sacerdoti, religiosi e suore perché si impegno nella missione in Turchia, una missione “difficilissima”. Poi si è rivolto ai media e chi si occupa di politica e di economia, perché tengano “aperta una finestra su questa terra e sul dolore della Chiesa che la abita”: “ Siate la voce di chi non ha neanche la libertà di gridare la propria pena”. Il successore di Padovese non ha voluto parlare ancora della morte di Padovese, dopo che nei giorni scorsi aveva ripetuto che “tutti vogliamo la verità, ma soprattutto non vogliamo menzogne”. Ai funerali ha chiesto: “Cosa volete che vi dica di un vescovo missionario ucciso nella solennità del Corpus Domini? Per lui parlano il corpo spezzato e il sangue versato per tutti”. Sul fronte delle indagini non c’è alcuna novità. Ma le autorità di Ankara hanno mandato a Iskenderun un team guidato dal capo dell’Antiterrorismo della polizia e da vice-capo dell’Intelligence.
Alberto Bobbio