10/04/2013
Papa Francesco. Foto Reuters.
Dio è un "papà" e prendendo coscienza di essere "figli" i cristiani acquistano "dignità". E' il messaggio di papa Francesco all'udienza generale di oggi. Piazza San Pietro è strapiena, splende un sole primaverile, e Jorge Mario Bergoglio dedica molto tempo al contatto con i fedeli. All'arrivo fa un lungo giro in jeep bianca nel colonnato berniniano, bacia i bambini, ad un bebè che piange infila il ciuccio in bocca. Alla fine dell'udienza saluta a lungo ragazzi e pellegrini. Ad assistere all'udienza ci sono anche il vicepresidente del Csm Michele Vietti e i dirigenti e i giocatori della 'sua' squadra di calcio, il San Lorenzo Almagro di Buenos Aires, del quale da arcivescovo aveva anche la tessera.
La catechesi parte dal tema della risurrezione di Gesù. «San Paolo - spiega - nella lettera ai Romani scrive: "voi avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: 'Abbà! Padre!'". E' proprio lo spirito che abbiamo ricevuto nel battesimo che ci spinge a dire a Dio padre, meglio, papà, perché abba è papà, così è il nostro Dio, è un papà per noi», ha sottolineato il Papa. «Dio ci tratta da figli, ci comprende, ci perdona, ci abbraccia, ci ama anche quando sbagliamo», e «già nell'Antico Testamento, il profeta Isaia affermava che se anche una madre si dimenticasse del figlio, Dio non si dimentica mai di noi, in nessun momento, e questo è bello». Per questo, «noi possiamo vivere da figli! E questa è la nostra dignità. Comportarci come veri figli!».
Foto Reuters.
In questo senso, essere cristiani vuol dire «cercare di vivere da
cristiani, cercare di seguirlo, anche se vediamo i nostri limiti e le
nostre debolezze. La tentazione di lasciare Dio da parte per mettere
al centro noi stessi - ha detto Bergoglio - è sempre alle porte e
l'esperienza del peccato ferisce la nostra vita cristiana, il nostro
essere figli di Dio». I cristiani, di conseguenza, devono mostrare
"la gioia di essere figli di Dio": «Guardiamo alla patria celeste,
avremo una nuova luce e forza anche nel nostro impegno e nelle nostre
fatiche quotidiane. E' un servizio prezioso che dobbiamo dare a questo
nostro mondo, che spesso non riesce più a sollevare lo sguardo verso
l'alto, verso Dio».
A fine udienza il Papa ha salutato i vari gruppi di fedeli presenti
in piazza San Pietro. Per la prima volta nel suo pontificato, si è
rivolto ai fedeli ispanici in spagnolo. Sinora in pubblico - salvo
una breve benedizione ai giornalisti - il Pontefice argentino aveva
parlato sempre in italiano. Il Papa ha salutato il gruppo di dipendenti
dell'ospedale romano Idi, alla presenza del cardinale Giuseppe Versaldi,
'commissario' della Santa Sede per la congregazione religiosa dei Figli
dell'Immacolata Concezione. «Auspico che quanto prima si possa trovare
una positiva soluzione in una situazione così difficile», ha detto il
Papa, dopo che la settimana scorsa sono stati arrestati per dissesto
finanziario alcuni responsabili dell'Istituto Dermopatico
dell'Immacolata.
Infine parole di fratellanza per il lontano Iran, paese a maggioranza
musulmana: «Ho appreso la notizia del forte terremoto che ha colpito il
sud dell'Iran e che ha causato morti, numerosi feriti e gravi danni», ha
detto Papa Francesco. «Prego per le vittime ed esprimo la mia vicinanza
alle popolazioni copite da questa calamità. Preghiamo per tutti questi
fratelli e sorelle dell'Iran».
Iacopo Scaramuzzi