03/12/2012
Il Papa durante l'Angelus, domenica 2 dicembre 2012. Foto Reuters. In copertina: il Cristo Pantocratore, mosaico nel Duomo di Cefalù (XII secolo).
Non sono noti i tempi della «seconda venuta di Gesù Cristo»,
dopo quella costituita dall'incarnazione, e che rappresenterà il «ritorno glorioso alla
fine dei tempi». Lo ha detto il Papa domenica 2 dicembre durante l'Angelus
recitato dalla finestra del suo studio affacciato su piazza San Pietro,
davanti ad alcune migliaia di fedeli.
Joseph Ratzinger ha
comunque sottolineato che la fine dei tempi non potrà
avvenire prima che siano sconfitti tutti i nemici di Gesù.
Incarnazione e fine dei tempi, ha spiegato papa Ratzinger,
sono due momenti «cronologicamente distanti - e non ci è
dato sapere quanto-», ma «in profondità si toccano, perchè
con la sua morte e resurrezione Gesù ha già realizzato
quella trasformazione dell'uomo e del cosmo che è la meta
finale della creazione». «Ma prima della fine - ha
sottolineato il Papa - bisogna che tutti i suoi nemici siano
posti sotto i suoi piedi». Si tratta del «disegno di
salvezza di Dio, che è sempre in atto» e che «richiede
continuamente la libera adesione e collaborazione
dell'uomo». La Chiesa vive «protesa nella attesa del ritorno
del Signore», una «attesa fatta di speranza vigilante e
operosa».