Il Vescovo di Roma: avanti insieme

Nella domenica della Divina Misericordia, papa Francesco si è insediato sulla cattedra romana nella basilica di San Giovanni in Laterano. E ha ricordato l'infinita pazienza di Dio.

07/04/2013
Il Papa alla messa dell'insediamento come Vescovo di Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano (Ansa).
Il Papa alla messa dell'insediamento come Vescovo di Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano (Ansa).

«Andiamo avanti tutti insieme il popolo e il Vescovo, grazie per la vostra compagnia!». Si è conclusa così, con queste parole di Francesco dirette ai fedeli dalla loggia della basilica di San Giovanni in Laterano, la lunga giornata dell'insediamento del Papa sulla cattedra romana. Bergoglio, infatti, ha voluto salutare al termine del rito svoltosi nella basilica, le migliaia di fedeli che hanno atteso fin dalla mattina di potere abbracciare il loro Vescovo. Un saluto breve, informale, con accanto il vicario Agostino Vallini, ma significativo, ancora una volta, nel suo messaggio. Quel riferimento al cammino comune del Vescovo e del popolo era del resto già stato pronunciato al Regina Coeli e ha fatto da trait d'union fra i due momenti salienti della giornata.

Già durante la messa del pomeriggio, inoltre, il Papa aveva voluto proporre un messaggio forte: Dio, ha detto, ha sempre accolto, consolato, lavato, amato. Nel giorno in cui si celebra la Divina misericordia, il Pontefice ha voluto porre al centro della sua omelia il tema del perdono, della capacità di Dio di accettare il peccato degli uomini, di guarire l’incredulità di Tommaso di dare conforto a chi pure si è allontanato da lui.

Papa Bergoglio è arrivato in auto davanti al Palazzo del Vicariato intorno alle 17, qui è stato accolto dal cardinale Agostino Vallini e dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. Subito dopo Francesco ha scoperto una targa toponomastica posta sulla facciata dell’edificio del Vicariato dedicata a Karol Wojtyla, sulla quale si legge: "Largo Beato Giovanni Paolo II - Pontefice dal 1978 al 2005", che è il nuovo nome di piazza San Giovanni in Laterano. Quindi, a bordo della jeep, ha raggiunto il sagrato della Basilica dove è accolto dai canonici. Il vescovo di Roma ha poi concelebrato la messa con i cardinali Agostino Vallini, Vicario generale del Papa per la diocesi di Roma e arciprete di San Giovanni in Laterano, e Camillo Ruini, ex vicario generale di Roma, ancora hanno preso parte alla celebrazione gli altri vescovi della diocesi oltre a una rappresentanza di parroci.

Quella di oggi pomeriggio è stata un'altra giornata di folla e di partecipazione popolare intorno al Papa, dopo che già stamane almeno in 100mila avevano assistito al Regina Coeli in piazza San Pietro. «Nel Vangelo di oggi, l’apostolo Tommaso», ha detto il Pontefice, «fa esperienza proprio della misericordia di Dio, che ha un volto concreto, quello di Gesù, di Gesù Risorto».

«Tommaso», ha aggiunto il Papa, «non si fida di ciò che gli dicono gli altri Apostoli: "Abbiamo visto il Signore"; non gli basta la promessa di Gesù, che aveva annunciato: il terzo giorno risorgerò. Vuole vedere, vuole mettere la sua mano nel segno dei chiodi e nel costato». «E qual è la reazione di Gesù?», ha proseguito il Papa. «La pazienza: Gesù non abbandona il testardo Tommaso nella sua incredulità; gli dona una settimana di tempo, non chiude la porta, attende». Quindi, «Tommaso riconosce la propria povertà, la poca fede». «E ricordiamo anche Pietro», ha affermato ancora il Papa, «per tre volte rinnega Gesù proprio quando doveva essergli più vicino; e quando tocca il fondo incontra lo sguardo di Gesù che, con pazienza, senza parole gli dice: "Pietro, non avere paura della tua debolezza, confida in me"; e Pietro comprende, sente lo sguardo d'amore di Gesù e piange. Che bello è questo sguardo di Gesù, quanta tenerezza!».

Il Papa e il sindaco di Roma Gianni Alemanno all'inaugurazione della piazza Giovanni Paolo II (Ansa),
Il Papa e il sindaco di Roma Gianni Alemanno all'inaugurazione della piazza Giovanni Paolo II (Ansa),

«Pensiamo ai due discepoli di Emmaus, il volto triste, un camminare vuoto, senza speranza. Ma Gesù non li abbandona: percorre insieme la strada, e non solo! Con pazienza spiega le Scritture che si riferivano a Lui e si ferma a condividere con loro il pasto». Perché «questo è lo stile di Dio: non è impaziente come noi, che spesso vogliamo tutto e subito, anche con le persone. Dio è paziente con noi perché ci ama, e chi ama comprende, spera, dà fiducia, non abbandona, non taglia i ponti, sa perdonare». «Ricordiamolo», ha sottolineato il Papa, «nella nostra vita di cristiani: Dio ci aspetta sempre, anche quando ci siamo allontanati! Lui non è mai lontano, e se torniamo a Lui, è pronto ad abbracciarci».

«Quante proposte mondane sentiamo attorno a noi», ha osservato papa Bergoglio, «ma lasciamoci afferrare dalla proposta di Dio, la sua è una carezza di amore. Per Dio noi non siamo numeri, siamo importanti, anzi siamo quanto di più importante egli abbia; anche se peccatori, siamo ciò che gli sta più a cuore». Il Papa ha poi fatto un’osservazione tratta dalla propria esperienza di pastore: «Nella mia vita personale ho visto tante volte il volto misericordioso di Dio, la sua pazienza; ho visto anche in tante persone il coraggio di entrare nelle piaghe di Gesù dicendogli: Signore sono qui, accetta la mia povertà, nascondi nelle tue piaghe il mio peccato, lavalo col tuo sangue. E ho sempre visto che Dio l'ha fatto, ha accolto, consolato, lavato, amato».

Quindi la conclusione: «Cari fratelli e sorelle, lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio; confidiamo nella sua pazienza che sempre ci dà tempo; abbiamo il coraggio di tornare nella sua casa, di dimorare nelle ferite del suo amore, lasciandoci amare da lui, di incontrare la sua misericordia nei Sacramenti. Sentiremo la sua tenerezza, tanto bella», ha detto il Pontefice, «sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi più capaci di misericordia, di pazienza, di perdono, di amore».

Francesco Peloso
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