Pedofilia, nuove linee-guida della Chiesa

Rese note le nuove direttive del Vaticano sui casi di abuso di minori da parte di religiosi

16/05/2011

Stamani è stata presentata in Vaticano la Circolare della Congregazione per la dottrina della fede sulle misure da attuare nelle singole diocesi per contrastare il fenomeno della pedofilia nella chiesa. Secondo il documento - pubblicato in lingua italiana, francese, inglese, tedesca, spagnola, portoghese e polacca - la Chiesa stessa ha il «dovere di dare una risposta adeguata» ai casi di abuso sessuale su minori commessi da sacerdoti. «Detta risposta dovrà provvedere all'applicazione del diritto canonico in materia, e, allo stesso tempo, tener conto delle disposizioni delle leggi civili», secondo P. Federico Lombardi, direttore dellan Sala Stampa vaticana.

Come ha sottolineato P. Lombardi, l'abuso sessuale di minori è sì un «delitto canonico» ma anche e sempre un «crimine perseguito dall'autorità civile», per cui in ogni Paese da parte delle diocesi «è sempre importante cooperare» con le autorità civili, e quindi «va sempre dato seguito alle prescrizioni di leggi civili per quanto riguarda il deferimento dei crimini alle autorità preposte, senza pregiudicare il foro interno sacramentale», cioè la confessione. Si tratta forse della novità più rilevante del documento atteso da giorni e pubblicato oggi.

La Circolare indica poi che si dovranno aiutare le Conferenze Episcopali nel preparare Linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici. Entro il maggio 2012 ogni diocesi dovrà presentare alla Congregazione della Dottrina della Fede tale documento, «un'indicazione molto forte ed eloquente», come sottolineato da P. Lombardi. Lo scopo di questa richiesta è armonizzare il più possibile la normativa interna della Chiesa in tutte le diocesi del mondo.

La Circolare rammenta che i Vescovi devono mostrarsi sempre pronti «ad ascoltare le vittime e i loro familiari e impegnarsi nella loro assistenza spirituale», secondo «l'esempio particolarmente importante» dato dal Papa nei suoi incontri con le vittime di abusi sessuali di preti pedofili. Si tratta di «incoraggiare ad affrontare tempestivamente ed efficacemente il problema con indicazioni chiare, organiche, adatte alle situazioni locali, compresi i rapporti con le norme e le autorità civili».

La pubblicazione della Circolare segue di poco lo scoppio dell'ultimo caso di pedofilia a Genova, dove un sacerdote, don Riccardo Seppia, parroco della chiesa del Santo Spirito a Sestri Ponente (Genova), è accusato di violenza sessuale su un minore e spaccio di cocaina e si trova attualmente nel carcere di Marassi, dove è stato sottoposto in queste ore all'interrogatorio di garanzia. Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, sotto la cui giurisdizione canonica rientra il caso, è stato fra l'altro ricevuto in queste ore in Vaticano da Papa Benedetto per discutere sui temi che verranno affrontati dall'Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana del 23-27 maggio prossimi.

Stefano Stimamiglio
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Postato da nicolag il 18/05/2011 15:25

Benedetto XVI ha iniziato già da cardinale nel 2005 con la sua meditazione e preghiera alla nona stazione della via Crucis a denunciare con parole forti “ la sporcizia “ che c’è nella Chiesa, con chiaro riferimento al triste fenomeno della pedofilia, alla pratica omosessuale e al concubinato ecclesiastico,frequentemente riscontrabili nelle comunità religiose. Tullia Zevi,prestigiosa Presidente della Comunità Ebraica in Italia,recentemente scomparsa, (Giovanni Paolo II ha definito gli Ebrei i fratelli maggiori dei Cattolici) ha ritenuto essere “contro natura” l’imposizione del celibato e dell’altrettanto assurdo voto di castità, tenuto conto che la procreazione è una funzione essenziale della persona umana e di ogni essere vivente,voluta esplicitamente dal Creatore. Benedetto XVI ,nella sua prima Enciclica Deus Caritas Est ciò evidenzia in modo esplicito affermando: “ Nel racconto biblico …. l’idea .. che l’uomo sia in qualche modo incompleto, …., l’idea cioè che egli solo nella comunione con l’altro sesso possa diventare ‘ completo ‘ , è senz’altro presente.“ Aggiunge : “Il racconto biblico si conclude con una profezia su Adamo: ‘ Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne’ (Gn 2,24) “. Il problema andrebbe quindi affrontato alla radice,rinunciando decisamente alla pretesa di reprimere per assurdi motivi religiosi la sessualità che è, per natura, nella persona umana, nonché predisposta dalla stessa Divinità ai fini della procreazione e, perciò, irrinunciabile. Continuare ad agire diversamente vorrebbe dire andare contro la volontà divina ed essere causa o concausa di infrazioni e deviazioni. Rientrati nell’ordine naturale delle cose, i crimini lussuriosi (che non possono essere totalmente eliminati in quanto protagonista è pur sempre l’uomo e il suo egoismo), oltre a ridursi notevolmente, potrebbero e dovrebbero essere più agevolmente individuati e rigorosamente sanzionati. Indispensabile è che dall’alto provengano esempi e comportamenti irreprensibili. Ulteriore aspettativa è che con una coerente opportuna formazione dei religiosi, unita a monitoraggio e vigilanza si riesca ,fra l’altro, a dare testimonianza di come sia possibile credere ancora nel valore e nella integrità della famiglia. Le istanze che dallo stesso mondo cattolico provengono in tal senso non potranno essere ancora per molto tempo disattese.

Postato da Franco Salis il 18/05/2011 06:55

Ho appena terminato di leggere”perché si faccia piena luce la verità ha bisogno dell’amore” di Marina Corradi,in L’Avvenire .it, facente parte del dossier Chiesa e pedofilia. Ho letto anche il testo integrale,capolavoro di reiterazione letteraria. Siamo alle solite:il ricorso a bei discorsi, colti da abbondante letteratura, cui non fa riscontro la realtà. Se la Chiesa (qui si equivoca continuamente,quando fa comodo si dice Chiesa = Sposa di Cristo,quando fa comodo si dice Chiesa = uomini di chiesa,o anche Chiesa = popolo di Dio). Non ho alcun dubbio che la Chiesa = Sposa di Cristo “in fin dei conti ispira semplicemente l’attitudine di una madre:che,comunque,spera che il figlio viva,e ritorni;che riflette su dove ha sbagliato ed è tesa a non ripetere i suoi errori.” Questo è un atteggiamento umano,saggio,ma umano. Ma gli Uomini di Chiesa quando hanno assunto questo atteggiamento? Ma don Riccardo Seppia non è uomo di Chiesa? Quindi in questo caso soggetto e oggetto si identificano! Se si continua ad auto referenziarsi, non ne usciremo mai,e sapete perché? indovinate? Perché nell’auto referenza manca l’amore. C’è la furbizia,l’abilità comunicativa che di fatto diventano esercizio del potere. E’ l’amore che trasforma il potere in servizio. Ma dove, dove è,l’amore ? Lo trovate forse nel Papa quando auspica che “ In Libia e in Siria si fermi la violenza,prevalga il negoziato”? L’ho trovate nell’accusa di “assassino” rivolto da alto prelato al padre di Luana? O il rifiuto dei funerali a Colby? Questi ultimi hanno vissuto decenni con Cristo,a un certo punto hanno ceduto perché “uomini”.Cristo in quanto Vero Uomo,sulla Croce ha detto “mio Dio,mio Dio,perché mi hai abbandonato” Ha fatto seguito l’obbedienza,perché Cristo è anche vero Dio. Questi giudizi e prese di posizione sono prive di amore e pertanto sono frutto del maligno,o quanto meno il maligno ci ha messo lo zampino. A questo la gentile signora Marina aggiunge che l’amore è “il discrimine della giustizia degli uomini e quella che anima la Chiesa” No cara Marina,non puoi impunemente esprimere un così generalizzato giudizio sugli uomini,e sai perché? Perché gli uomini di questa terra talvolta hanno più amore degli uomini di Chiesa. Evidentemente è proprio vero che “Spiritus alitat ubi vult”. E’ impossibile che il cardinale Bagnasco o i suoi collaboratori non sapessero, quindi hanno peccato di omertà e la “visita” alla comunità è stata una farsa. Cara Marina,ma non ti sembra la tua affermazione sul “giustizialismo rabbioso delle piazze” un giudizio impietoso e comunque privo di amore? A parte alcuni che distruggono e si abbandonano ad atti di violenza inaudita, le “piazze” stanno combattendo per la giustizia terrena che è un riflesso della giustizia divina,quindi in quelli vi è amore. Come uscirne: con la preghiera,che sia recitata in italiano se no, non è comprensibile.Almeno durante la Messa domenicale quando si pronunciano le intenzioni si dica chiaramente “affinché il Papa e i nostri pastori,ascoltino e recepiscano quella Grazia che Dio infonde a tutti e operino di conseguenza” Sarebbe un atto di umiltà ,almeno pari a quello che ispirano queste riflessioni (almeno, quod est in votis).

Postato da vdiste1939 il 17/05/2011 16:58

quando ho postato non c'erano interventi su questo blog tranne uno che non ho letto prima di scrivere. adesso ne leggo altri e mi rendo conto he per tutti lo sbigottimento verte sullo stesso argomento. possiamo ragionevolmente sperare ch ci sia da parte di chi ci guida una maggiore e migliore attenzione verso i problemi del piccolo gregge?

Postato da sconcertototale il 17/05/2011 16:07

Reputo le considerazioni degli altri utenti giuste, d'obbligo, rispettabili e acute. In tutta onestà ciò che voglio esprimere io non è nè perplessità, nè stupore. Sinceramente ciò che ho pensato io non è stato "possibile che nessuno si sia mai accorto di nulla?", nè tantomeno ho pensato alla dimensione dello "scandalo". Ciò che ho pensato io è semplicemente alla sofferenza di quei bambini che sono stati marchiati a vita. E dunque poco mi importa dei "tecnicismi" del prima e del poi Ciò che esprimo è DISGUSTO. Lo sarebbe anche se la persona in questione non fosse un prete. Disgusto non per peccati, ma per crimini che oltrepassano ogni umana ragionevolezza. Crimini bestiali. Disgusto per questo prete e per la chiesa che troppe volte copre e non è attenta. e si preoccupa solo dello scandalo e di null'altro. Mi aspetto che il mio commento non sia pubblicato dalla redazione.

Postato da dino avanzi il 17/05/2011 09:37

Concordo con l'intervento di Dor1955. Il caso di don Seppia, parroco di Sestri Ponente, fa sorgere molti interrogativi circa le dinamiche che vi sono all'interno delle diocesi. E' possibile che per far emergere questi scandali ci sia bisogno dell'intervento delle autorità civili? E' possibile che nessuno si sia mai accorto prima dei comportamenti un po’ strani di questo sacerdote? Che nessuno ne abbia mai parlato al Vescovo, al Vicario e che altri sacerdoti, laici, diaconi non ne abbiano mai parlato tra di loro? Le logiche di potere e di omertà all' interno dei sacri palazzi sono gli stessi dei palazzi del potere laico e civile. Le persone di fronte a questi comportamenti perdono la fiducia nella Chiesa e viene compromesso il loro rapporto con la fede.

Postato da vdiste1939 il 17/05/2011 07:48

sono sinceramente addolorato per questo ennesimo misfatto. ma aldilà di direttive nuove o vecchie, io da miserabile uomo della starda mi interrogo sulla gestione della chiesa da parte delle gerarchie; sono allibito non dei misfatti del presbitero, ma dalla assoluta mancanza di sensibilità verso il suo gregge del pastore diocesano pur tanto famoso. ho letto che il comportamento di questo innominabile era ben noto a genova, che le madri avevano ritirato i figli dal catechismo per mandarli in altre parocchie, che il suddetto aveva un soprannome onomatopeico, e allora? dov'era mons arcivecovo?, dov'erano i suoi collaboratori? nessuno sapeva, udiva, vedeva? questo è il motivo del mio scoramento. ma in cosa consiste l'attività del vescovo? non sono i successori degli apostoli? e allora si rileggano gli "atti" e li imitino in tutto, e in special modo nella povertà e nell'interesse delle proprie pecorelle. scusate lo sogo ma sono molto amareggiato

Postato da Franco Salis il 16/05/2011 23:20

Mi scandalizza il fatto che nessuno si sia accorto di nulla prima dell’arresto del sacerdote per pedofilia e cessione di neve. Ora o il sacerdote è uno specialista nel delinquere, o quanti sapevano hanno peccato di omertà. Ho fatto il militare coscritto molti anni fa, al tempo in cui i “nonni”vessavano le reclute. Quasi ogni giorno perveniva dal ministero la condanna di questi atti e ogni volta si minacciano punizioni sempre più severe ,a mo’ di grida manzoniana, e tutto finiva lì. Quando un alto ufficiale è stato arrestato,il fenomeno è calato considerevolmente. Perché? Perché gli ufficiali, temendo di finire in galera, “vigilavano” sul serio su atti dovuti a un “mal inteso spirito di corpo”. Ora l’equazione : il ministero è il Papa, gli ufficiali sono i vescovi,le circolari non servono. Il triste fenomeno, che il Beato Giovanni Paolo II ha definito “un crimine che chiede vendetta al cospetto di Dio”, cesserà solo quando sarà l’Ordinario del luogo a consegnare alle autorità civili il prete responsabile. Buona notte

Postato da DOR1955 il 16/05/2011 18:41

Poca Fede? Non entro nello specifico di questo caso; sarà la Magistratura a stabilire responsabili e eventuali connivenze. Non penso che il problema della pedofilia e/o dell'omosessualità di certi presbiteri si risolva con la possibilità di sposarsi (se sono omosessuali, allora vorranno sposarsi con un altro uomo?). I problemi ritengo siano molti, primo fra tutti la "vocazione" di certi preti. E' autentica, meditata, voluta, capita o una scelta dettata da un momento di sconforto o di entusiasmo per aver visto un altro "presbitero" fare cose grandi?. E poi il problema della formazione; i "docenti" sono a loro volta consapevoli della responsabilità che hanno, sanno distinguere se la vocazione di una persona è reale o transitoria, sono a loro volta "puri di cuore e di spirito"?. Un terzo problema è il modo in cui sono impostate le Diocesi; troppo spesso sono più burocratizzate perfino dello stato italiano e per un qualsiasi presbitero, se ha un problema, non sempre gli riesce esprimerlo al proprio Vescovo. E i Vescovi; quanti realmente sono "Pastori" del proprio "gregge"?. E per proprio gregge non intendo solo i consacrati, ma anche tutti i laici che praticano la religione cattolica; sistematicamente ignorati dalle gerarchie ecclesiastiche nel caso avessero da manifestare dubbi o problemi relativi alla propria parrocchia (o parroco). Si parla spesso dei "palazzi del potere" riferendosi a quelli civili; purtroppo quelli religiosi sono molto più autoreferenti. E le conseguenze troppo spesso sono queste!

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