09/06/2010
Luigi Bobba con Benedetto XVI
Bisogna contrastare il “populismo mediatico e territoriale da un lato” e il “laicismo e l’individualismo radicale dall’altro”. Solo così il cattolicesimo politico Il cattolicesimo potrebbe ritrovare spazio. Ma bisognerebbe ristrutturare anche l’attuale bipolarismo. Lo scrive in un documento elaborato in vista delle Settimane sociali dei cattolici l’Associazione «Persone e Reti», guidata da Luigi Bobba, che riunisce parlamentari cattolici schierati con Pd, Udc e Api (tra essi Paola Binetti, Marco Calgaro, Cristian Carrara, Cristina De Luca, Alberto Gambino, Luigi Lusi, Vilma Mazzocco, Donato Mosella, Marco Olivetti, Michele Rizzi, Andrea Sarubbi). Il documento rileva che “un deficit di modernizzazione caratterizza il Paese in almeno quattro campi”: le infrastrutture fisiche, la politica delle città, la politica dell'energia e la Pubblica amministrazione. Tutto ciò mostra “una crisi della classe dirigente” e “una crisi dell’etica pubblica, del valore del bene comune”.
Il documento sottolinea che “i cattolici sono chiamati con urgenza ad animare i luoghi della formazione, a cominciare da scuole e università”. Sull’immigrazione osserva che va superato “il contrasto tra integrazione e sicurezza” coniugando “leggi, risorse economiche, buone prassi e collaborazione tra i vari attori”, attribuendo “l’immediata cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti”.
Riguardo alla nuova generazione di laici cristiani impegnati nella politica, auspicata da Benedetto XVI, il documento sottolinea che “la distanza del mondo associativo cattolico dall’impegno politico e l’estrema frammentazione dei cattolici nelle diverse formazioni politiche e all’interno di esse, non rendono agevole tale compito”. Il bipolarismo «premia in modo eccessivo le forze più estreme”. Invece “nella ridefinizione del sistema politico potrebbero trovare maggiore spazio, ruolo ed incidenza i cattolici variamente organizzati nella dimensione sociale e politica”.
Alberto Bobbio