18/10/2011
Nicola Villa, Cristo Re
«“Il Vangelo è la bussola della mia vita” è stato il motto del mio episcopato a Milano e quindi sono molto felice che, lasciando il mio incarico al cardinal Scola, l’Evangeliario sia stato ultimato e possa essere consegnato a tutte le parrocchie della diocesi». Una sorta di “testamento spirituale” quello che stamani a Triuggio (Milano), presso la Casa di spiritualità Sacro Cuore, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, ha consegnato verbalmente ai suoi fedeli presentando il nuovo Evangeliario ambrosiano insieme al suo successore, il cardinale Angelo Scola.
Mimmo Paladino, Natale del Signore
L’Evangeliario è il libro liturgico più solenne, il libro che incorpora
le letture evangeliche delle domeniche, delle feste e delle solennità
del rito ambrosiano e che, portato nella processione d’ingresso delle
celebrazioni solenni, viene letto ogni domenica dal sacerdote quando
proclama dall’ambone il Vangelo. Esso costituisce quindi uno dei punti
cardine della liturgia cristiana. Nei secoli l’Evangeliario è sempre
stato accompagnato da un ricco corredo artistico. Il nuovo Evangeliario
ambrosiano - che precede quello romano (che dovrà essere pubblicato in
futuro) -, non fa eccezioni. Frutto di un paio di anni di lavoro, esso
presenta infatti, accanto alle letture, molte tavole di sei artisti
contemporanei, espressione di generazioni diverse e di diverse tendenze
espressive: da Giovanni Chiaromonte, Nicola De Maria, Mimmo Paladino ed
Ettore Spalletti, già affermati negli anni ’70, ad altri emergenti come
Nicola Saporì e Nicola Villa.
Giovanni Chiaromonte, Santorale
«Siamo portati dall’artista a camminare
dentro al Mistero, questa è la vera forza del carattere simbolico
dell’arte, che dobbiamo riapprendere ad apprezzare abbandonando un certo
razionalismo anche nel contemplare un’opera d’arte», ha affermato il
cardinale Angelo Scola durante conferenza stampa. «L’arte contemporanea ha una forza liberante
perché ti sposta continuamente, ti porta in alto e queste illustrazioni
hanno proprio questo compito». Il cardinale ha precisato poi che «il
carattere simbolico dell’arte è mediatore di relazione, la stessa che
vediamo in Gesù che crede nel Padre, perdona, discute, moltiplica pani e
pesci, muore per noi, risorge, insomma si intrattiene con gli uomini». Il nuovo arcivescovo di Milano ha poi lasciato intendere di essere
interessato al dialogo con l’arte contemporanea perché essa è «particolarmente adatta ad affrontare la questione della fede, perché
risente del travaglio tipico del nostro tempo e dell’eterno problema
della fede, quello di mediare la contemporaneità di Gesù con noi, di
saltare cioé il grande fossato del tempo come lo chiama Lessing. Per questo tutta l’arte e la scienza sono
interlocutori privilegiati della fede», ha concluso.
Dal 5 novembre all’11 dicembre
a Palazzo Reale le tavole saranno esposte al pubblico prima di essere
rilegate nell’originale che sarà poi consegnato in Duomo. Nella chiesa
di San Raffaele e alla Galleria San Fedele vi saranno due mostre
accessorie, rispettivamente con l’esposizione dei bozzetti preparatori
delle opere degli artisti e con altre opere realizzate per l’occasione e
che illustrano il rapporto tra culto e liturgia.
Stefano Stimamiglio