15/11/2011
Adesso che, forse, l’implosione del Paeseè stata scongiurata, bisogna davvero tutti impegnarsi per generare una nuova cultura politica. Insomma, bisogna esserci per dare una mano a chi si mette all’opera per “purificare l’aria”, come aveva richiesto il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella prolusione al Consiglio permanente alla fine di settembre.
Ma occorre superare divisioni antiche e nuove, proporre soluzioni eque e giuste alla crisi, che vadano oltre le alchimie dei partiti. E c’è anzitutto una tentazione da evitare: quella di mettersi a vedere come vanno le cose, sedersi e aspettare che passi ’a nuttata. I dati di una recente ricerca delle Acli lanciano un allarme che va tenuto in conto: il 48 per cento dei praticanti guarda con indifferenz a ciò che sta accadendo. Sono smarriti e distaccati, preferiscono l’astensionismo più che l’impegno.
È una situazione che va ribaltata. Per farlo, occorre trovare ragioni convincenti. La Chiesa italiana ha impostato il piano pastorale per i prossimi anni sullo slogan Educare alla vita buona del Vangelo. Ma qual è la “vita buona”? Quella dove tutti fanno la propria parte, quella che mette al centro responsabilità personale e poi comunitaria, quella dove tutti si mettono in prima fila con coraggio e lavorano per ricomporre la frattura tra le generazioni e per cancellarele disuguaglianze esistenti.
I cattolici hanno saputo nel passato costruire il Paese e dare un’impronta alla Costituzione negli anni difficili del dopoguerra. Sono stati i valori del Vangelo a illuminare la notte. Per la Chiesa la storia non è indifferente. Quando si arroccano nelle loro cittadelle, i cattolici tradiscono il Vangelo. È un insegnamento costante da duemila anni. Gesù dona agli apostoli il dono delle lingue perché parlino a tutti gli uomini del mondo. Benedetto XVI, durantela recita del Regina Coeli del 29 maggio, ha sottolineato che «là dove arriva il Vangelo fiorisce la vita, come un terreno arido che, irrigatodalla pioggia, subito rinverdisce».
per trovarvi dentro le ragioni dell’impegno, della testimonianza, della sper È quel Vangelo che Famiglia Cristiana allega a questo numero
del giornale. Non mettiamolo sullo scaffale come qualsiasi altro libro.
Invece leggiamolo insieme con tutta la famiglia per trovarvi dentro le ragioni dell'impegno, della testimonianza, della speranza da offrire alla nostra Italia in crisi. Lì ci sono le radici di ogni impegno, anche sociale e politico. Lì si trovano le opportunità di giustizia ed equità anche per questo nostro Paese.
C’è una forza trasformatrice del Vangelo che può fornire a credenti e non la chiave per essere più credibili e più autorevoli. In giro c’è tanta nostalgia di “vita vera”, di un lavoro per l’uomo e non viceversa, di una politica dove conta la dignità personale, di un’economia più solidale, di un potere inteso come servizio e non posto sopra le regole. La parola del Vangelo può contribuire a illuminare la strada verso assetti più giusti.