06/04/2012
Papa BenedettoXVI durante la Via Crucis (foto Ansa).
«Una via che sembrava senza uscita e che invece ha cambiato la vita e la storia dell’uomo». Così Benedetto XVI ha definito il cammino di Gesù verso il Calvario, al termine della Via crucis che questa sera ha presieduto nella tradizionale cornice del Colosseo romano.
Specialmente nel giorno del Venerdì santo, ha spiegato il Pontefice, «la Chiesa celebra, con intima adesione spirituale, la memoria della morte in croce del Figlio di Dio, e nella sua croce vede l’albero della vita, fecondo di una nuova speranza».
Ricordando le tante sofferenze che colpiscono l’umanità e segnano le famiglie, «incomprensioni, divisioni, preoccupazione per il futuro dei figli, malattie, disagi di vario genere, precarietà del lavoro e altre conseguenze negative provocate dalla crisi economica», papa Ratzinger ha sottolineato che la Via crucis «è un invito per tutti noi, e specialmente per le famiglie, a contemplare Cristo crocifisso per avere la forza di andare oltre le difficoltà. La croce di Gesù è il segno supremo dell’amore di Dio per ogni uomo, è la risposta sovrabbondante al bisogno che ha ogni persona di essere amata».
I testi delle meditazioni e delle preghiere proposte quest’anno per le stazioni del cammino sono stati preparati dai coniugi Danilo e Anna Maria Zanzucchi, del movimento dei Focolari e iniziatori del movimento Famiglie nuove. E proprio i drammi familiari sono stati al centro della loro riflessione: «Quante cadute nelle nostre famiglie! Quante separazioni, quanti tradimenti! E poi i divorzi, gli aborti, gli abbandoni! Gesù, aiutaci a capire cos'è l'amore, insegnaci a chiedere perdono!», è stato per esempio proclamato nella terza stazione.
Come risposta concreta, l’abbandono alla volontà di Dio e il conforto dell’amore materno della Madonna: «Nella via crucis di ogni famiglia, Maria è il modello del silenzio che, pur nel dolore più straziante, genera la vita nuova».
Saverio Gaeta