20/02/2013
Il cardinale Gianfranco Ravasi durante una liturgia in San Pietro, con papa Benedetto XVI.
«Nessun uomo ha mai parlato così». È disarmante la risposta delle guardie, inviate dai sommi sacerdoti e dai farisei a prendere Gesù. Gli uomini, tornati a mani vuote, di fronte alla domanda: «Perché non l’avete condotto qui?», non possono che rispondere affascinati. Parte da questo episodio il secondo dei nove volumi scritti dal cardinale Gianfranco Ravasi e che Famiglia cristiana allega alla rivista per tutto il cammino quaresimale e pasquale. La risposta delle guardie – che è anche il sottotitolo del volume Seguirlo nel cammino – è riportata dal Vangelo di Giovanni. Ma l’evangelista non è l’unico a sottolineare la capacità narrativa di Gesù, il suo arrivare dritto al cuore dell’interlocutore con le sue parole che «consolano e che inquietano».
Gesù parla «apertamente al Padre» e alle folle «a lungo in parabole». Nonostante questo Dio sa già che molti rifiuteranno il messaggio, il «rifiuto», ci dice il cardinale Ravasi, «è già compreso nel piano divino e non è, perciò, uno scacco inflitto alla volontà salvifica di Dio». Non ci sono però solo le parole ad annunciarci il Regno di Dio e la salvezza. Gesù parla in parabole, ma parla anche con i miracoli, compiuti spesso in disparte, imponendo il silenzio. Gesù non è una star che cerca popolarità, «ma il Figlio di Dio che mostra la salvezza in azione».
Il cardinale Gianfranco Ravasi.
Tutto il volume del cardinale ci insegna a entrare in questa relazione con Gesù, a capire i segni, a sostenere il confronto, a dibattere sulla propria fede, a cercare la parresìa. Gesù non ha solo parole dolci e di comprensione. Il Vangelo è esigente, la «frusta agitata contro i mercanti del tempio» diventa una frusta contro l’ipocrisia, contro il culto separato dalla vita, la liturgia senza giustizia, l’idolatria della ricchezza, l’odio. Una comunicazione «sovversiva», quella di Gesù che è severa con i potenti e con chi ostenta una religiosità vuota. Una comunicazione che chiede coerenza e respinge l’ipocrisia.
E poi l’evento centrale, la Pasqua, l’annuncio cristiano per eccellenza senza il quale, ricorda il cardinale con le parole di Paolo «vana sarebbe la nostra fede». L’incontro con il Risorto, le apparizioni, l’esperienza di fede, l’incontro di Emmaus che si ripete, continuamente, per il credente. «Evento esemplare e permanente», ci ricorda il cardinale. Nel quale si ricapitolano le due tappe fondamentali del processo di fede: l’ascolto della Parola e l’eucarestia. Anche a noi, come ai discepoli, «nell’ascolto della parola sacra "il cuore arde nel petto"» e, «allo spezzare del pane "gli occhi si aprono e lo riconoscono”».
Annachiara Valle