27/03/2013
L'arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia (Ansa)
«Con grande gioia vi informo che papa Francesco ha inviato un videomessaggio per l'ostensione della Sindone. È un messaggio di intenso spessore spirituale, che accompagnerà i numerosi malati e sofferenti presenti in Cattedrale o nelle case o negli ospedali, e quanti altri contempleranno la Sindone». Non nasconde la sua contentezza
monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, nel comunicare ai giornalisti le ultime novità sull'evento di Sabato Santo, 30 marzo, vigilia di Pasqua. Un'ostensione molto particolare, rivolta a un gruppo simbolico di 300 malati e disabili fisicamente presenti nel Duomo di Torino, ma soprattutto un'occasione per il pubblico televisivo di ogni angolo del pianeta che, grazie alle telecamere di Raiuno, potrà contemplare l'immagine del Telo.
Le parole dell'Arcivescovo sembrano chiudere un cerchio. Sì, perché l'idea di un'ostensione della Sindone in mondovisione, nata diversi mesi fa, era stata fortemente sostenuta da Benedetto XVI che aveva promesso di inviare per l'occasione un videomessaggio. Poi però la storia ha preso un'altra direzione: le inaspettate dimissioni di papa Ratzinger e poi il Conclave.
«Farò un tentativo con il nuovo Papa», aveva annunciato alcune settimane fa monsignor Nosiglia, « anche se so che sarà difficile». E invece papa Francesco ha accettato subito. «Gliene siamo particolarmente grati e desideriamo esprimergli la nostra più profonda e corale riconoscenza», ha detto Nosiglia, «il suo messaggio, carico di positività, ci aiuterà a non perdere la speranza nel Signore crocifisso e risorto».
Ecco dunque, anche in un episodio così circoscritto, la conferma di una profonda comunione tra Benedetto XVI e il suo successore Francesco «la cui elezione è stata», secondo l'arcivescovo, «come un raggio di sole capace di squarciare le tenebre dello scoraggiamento e toccare il cuore di tutti, dai giovani agli anziani».
L'ostensione televisiva, inserita nel programma A sua immagine, andrà in onda Sabato Santo, 30 marzo, su Raiuno dalle 17.10 alle 18.40: un'ora e mezza che si annuncia molto intensa. L'evento sarà scandito da diversi momenti: silenzio, ma anche canti, testimonianze e ascolto della Parola. «Il programma non obbedisce alle logiche dello spettacolo», spiega l'Arcivescovo, «ma a quelle della contemplazione. È importante ridare valore ai contenuti, laddove spesso sono soprattutto i contenitori a imporsi».
Benedetto XVI, in occasione del pellegrinaggio a Torino nel 2010,
definì la Sindone «icona del Sabato Santo». E naturalmente, proprio perché vissuta all'interno dei riti pasquali, l'ostensione si carica di un forte valore simbolico. «Pur non essendo materia di fede», ricorda ancora monsignor Nosiglia, «la Sindone è una testimonianza importantissima della Passione e Risurrezione di Cristo. Ci parla di tenebra, ma anche e soprattutto di luce».
L'evento televisivo è quindi in sintonia con gli altri appuntamenti proposti dalla Diocesi di Torino per la Settimana Santa. Momenti liturgici, certamente, ma anche segni di attenzione agli ultimi, ai lontani, ai più fragili. Uno tra tanti: la Via Crucis del Venerdì Santo nelle vie del centro città, che quest'anno sarà interamente incentrata sul tema del lavoro. A commentare le stazioni lavoratori precari, imprenditori e sindacalisti, mentre la Croce sarà portata da alcuni giovani in cerca di occupazione.
Lorenzo Montanaro