23/10/2010
L'aula del Sinodo durante i lavori
Il Sinodo speciale sul Medio Oriente chiede esplicitamente che la Comunità internazionale e le Nazioni Unite facciano rispettare a Israele le risoluzioni del Consiglio di sicurezza che impongono la fine dell’occupazione e il ritiro dai territori palestinesi dopo la Guerra dei sei giorni oltre 40 anni fa. Insomma le frontiere dei due Stati, soluzione diplomatica ribadita come unica giusta nel Messaggio finale, devono essere quelle precedenti al 1967. Il testo fa riferimento anche alla questione di Gerusalemme e sottolinea che essa, insieme agli altri luoghi santi, deve avere uno statuto speciale, garantito internazionalmente. Infine i padri sinodali chiedono il ritorno dei profughi”, la “purificazione della memoria” e la promozione da parte di tutti di un “linguaggio di pace”. Solo così si potrà operare, osservano, per “la giustizia e la pace”.
La condanna dell’occupazione israeliana è molto chiara e il Sinodo ne mette in fila le conseguenze: “Mancanza di libertà, il muro di separazione e le barriere militari, i prigionieri politici, la demolizione delle case, la perturbazione della vita economica e sociale e migliaia di rifugiati”. Ma i padri hanno assicurato anche di aver ragionato sulla “sofferenza e l’insicurezza degli israeliani”. E’ il conflitto che crea i drammi e porta all’emigrazione non solo dei cristiani, ma anche degli ebrei e dei musulmani. La condanna di ogni estremismo è assolutamente chiara: “Noi condanniamo la violenza e il terrorismo, di qualcunque origine e qualsiasi estremismo religioso. Comdanniamo ogni forma di razzismo, l’antisemitismo, l’anticristianesimo e l’ìislamofobia”. E osserva che se il popolo palestinese avrà una patria, anche Israele “potrà godere della pace”. Una critica c’è anche all’uso ideologico, che favorisce la violenza di versetti e interpretrazioni teologiche della Bibbia. Ai cristiani del Medio Oriente si chiede di non vendere le proprietà immobiliari prima di andarsene all’estero e alla Chiese locali di essere più trasparenti circa le attività finanziarie. Sul piano pastorale nei documenti finali è contenuta la richiesta di una consapevolezza maggiore sulla situazione dei cristiani immigrati nei Paesi del Golfo.
Alberto Bobbio