30/11/2011
Deir Mar Musa el-Habashi (San Mosè l'abissino), l'antico monastero scavato nella roccia, in Siria.
Damsco lo vuole espellere. Da 30 anni in Siria e da 20 fondatore e anima della comunità monastica di Deir Dar Musa, il gesuita padre Paolo Dall’Oglio è stato dichiarato dal governo siriano «persona non gradita».
Dall’antico monastero
Deir Mar Musa
el-Habashi (San Mosè l'abissino), situato nelle suggestive montagne desertiche di Qalamun, padre Dall’Oglio si è da sempre
impegnato nel dialogo con l’Islam e nei mesi scorsi ha cominciato un tentativo di mediazione nella difficile situazione del Paese proponendo un sistema politico democratico basato sul consenso tra le varie comunità religiose e sociali presenti in Siria. Proprio un suo ultimo articolo pubblicato sul sito della comunità e dedicato alla “Democrazia consensuale” ha scatenato le ira del governo di Assad.
Il gesuita padre Paolo Dall'Oglio in uno scatto d'archivio (foto di Ivo Saglietti).
La data di espulsione non è ancora stata decisa e il 57enne gesuita italiano spera in una mediazione del suo vescovo,
al momento in Brasile. «Sono disposto a stare in silenzio pur di
continuare a rimanere in questo Paese», ha dichiarato alla rivista
Popoli con la quale ha una assidua collaborazione. «I miei doveri
ecclesiali sono più importanti della mia partecipazione alla discussione
politica», ha aggiunto sperando di poter continuare a operare in un
Paese travagliato che, secondo le stime dell’Onu, ha già visto 3.500
morti da metà marzo ai primi di novembre. «Considero la Siria»,
sottolinea il gesuita, «il luogo del mio apostolato e la mia patria di
elezione».
Annachiara Valle