05/06/2013
Siria: alcuni soldati leali a Bashar al-Assad, presidente siriano, in motocicletta (foto Reuters)
Gli organismi caritativi cattolici hanno speso dall’inizio della crisi in Siria 25 milioni di euro per assistere circa 400 mila rifugiati. In prima linea ci sono le Caritas del Libano e della Turchia. La cifra è stata fornita durante il summit in Vaticano, dove si sono incontrati 19 organismi umanitari cattolici insieme al nunzio apostolico a Damasco, mons. Zenari, e funzionari della Segreteria di Stato vaticana. La riunione è stata presieduta dal cardinale Robert Sarah, presidente di Cor Unum, che in pratica è la Caritas della Santa Sede.
Il papa li ha incontrati questa mattina a Santa Marta e ha lanciato un appello per la Siria: “Tacciano le armi, si appoggino tutte le iniziative concrete che la comunità internazionale vuol promuovere con lo scopo di mettere fine alla guerra e una soluzione negoziale al conflitto”.
Al summit era presente anche la Caritas di Damasco, il cui rappresentante ha evitato di incontrare i giornalisti. Hanno parlato invece padre Simon Faddoul, presidente di Caritas Libano e il prof. Rinaldo Marmara, direttore di Caritas Turchia.
La situazione in Libano è pesantissima e si teme che la crisi siriana possa infiammare di nuovo il Paese dei cedri.
I guerriglieri di Hezbollah, il partito di Dio, rappresentato al
parlamento di Beirut, combattono a fianco delle truppe regolari siriane
contro i ribelli. I rifugiati in Libano sono arrivati quasi a 3 milioni,
ma non ci sono campi ufficiali.
Spiega padre Faddoul che il governo libanese “non vuole campi
stabilizzati di rifugiati per non ripetere l’esperienza dei
palestinesi”. Secondo la Caritas in Libano ci sono invece tra 15 e 18
campi non ufficiali con diverse centinaia di migliaia di persone. La
maggior parte dei profughi vive da parenti o in case in affitto.
Caritas Libano ha avviato un programma, finanziato direttamente dalla
Conferenza episcopale italiana, per mila famiglie cattoliche in
difficoltà.
Diversa la situazione sul confine turco. Il direttore di caritas
Turchia ha informato che la Caritas con finanziamenti del governo di
Ankara sta costruendo nella zona di Midyat, un campo profughi per 10
mila cristiani fuggiti dalla Siria. Nella stessa zona è in costruzione
anche un campo per rifugiati musulmani. Marmara ha spiegato che ciò
serve ad “evitare tensioni tra i profughi”, perché i cristiani vengono
considerati amici del governo siriano del dittatore Bashar Assad. La
situazione più drammatica è quella dei bambini, sia in Libano che in
Turchia.
Alberto Bobbio