04/05/2013
Un momento della preghiera del Rosario nella Basilica di Santa Maria Maggiore (foto Reuters).
«Maria ci aiuta a crescere, ad affrontare la vita, a essere liberi». Papa Francesco, al termine del Rosario, invita i fedeli a riflettere sul ruolo della Madonna «che si preoccupa per la salute dei suoi figli». Prima della preghiera, entrando in chiesa, con il bacio al crocifisso papa Francesco aveva preso ufficialmente “possesso” della Basilica di Santa Maria Maggiore: la prima chiesa dove, in forma privata, appena eletto, Francesco si era recato per rendere omaggio alla Madonna. Atteso dalla una immensa folla, Francesco è stato salutato dal cardinale arciprete Santos Abril y Castelló, «fratello e amico, un'amicizia che nacque in quel Paese dalla fine del mondo», ha detto il Papa. A sinistra dell’altare, sopra la confessione, è stata esposta alla l’icona della Madonna Salus Populi romani. Icona alla quale il Papa si è avvicinato, dopo un momento di preghiera in ginocchio, prima di introdurre la recita dei misteri gaudiosi. Una preghiera, quella di stasera che il cardinale Abril y Castelló, nel saluto al Papa, ha definito «la bella e semplice preghiera del Santo Rosario». Dopo oltre un’ora di preghiera papa Francesco ha incensato l’icona presentando anche un omaggio floreale e ricordando che «abbiamo pregato sotto la sua guida materna perché ci conduca ad essere sempre più uniti al suo Figlio Gesù; le abbiamo portato le nostre gioie e le nostre sofferenze, le nostre speranze e le nostre difficoltà; l’abbiamo invocata con il bel titolo di “Salus Populi Romani” chiedendo per tutti noi, per Roma, per il mondo che ci doni la salute. Sì, perché Maria ci dona la salute, è la nostra salute».
E poi ha spiegato che Maria è madre e «una mamma aiuta i figli a crescere e vuole che crescano bene; per questo li educa a non cedere alla pigrizia - che deriva anche da un certo benessere -, a non adagiarsi in una vita comoda che si accontenta di avere solo delle cose. La mamma ha cura dei figli perché crescano sempre di più, crescano forti, capaci di prendersi responsabilità, di impegnarsi nella vita, di tendere a grandi ideali».
«Una mamma poi», ha aggiunto, «pensa alla salute dei figli educandoli anche ad affrontare le difficoltà della vita. Non si educa, non si cura la salute evitando i problemi, come se la vita fosse un’autostrada senza ostacoli. La mamma aiuta i figli a guardare con realismo i problemi della vita e a non perdersi in essi, ma a affrontarli con coraggio, a non essere deboli, e a saperli superare».
E infine, «una buona mamma aiuta anche a prendere le decisioni definitive con libertà. Ma cosa significa libertà? Non è certo fare tutto ciò che si vuole, lasciarsi dominare dalle passioni, passare da un’esperienza all’altra senza discernimento, seguire le mode del tempo; libertà non significa, per così dire, buttare tutto ciò che non piace dalla finestra. La libertà ci è donata perché sappiamo fare scelte buone nella vita! Maria da buona madre ci educa ad essere, come Lei, capaci di fare scelte definitive, con quella libertà piena con cui ha risposto “sì” al piano di Dio sulla sua vita».
Il Papa sa «quanto è difficile, nel nostro tempo, prendere decisioni definitive! Ci seduce il provvisorio … come se desiderassimo rimanere adolescenti per tutta la vita! Non abbiamo paura degli impegni definitivi, degli impegni che coinvolgono e interessano tutta la vita! In questo modo la nostra vita sarà feconda». Non siamo soli in questa impresa perché Maria ci è vicina. «Gesù dalla croce», ricorda il Papa, «dice a Maria, indicando Giovanni: “Donna, ecco tuo figlio!» e a Giovanni: “Ecco tua madre!”. In quel discepolo tutti noi siamo rappresentati: il Signore ci affida nelle mani piene di amore e di tenerezza della Madre, perché sentiamo il suo sostegno nell’affrontare e vincere le difficoltà del nostro cammino umano e cristiano».
Annachiara Valle