15/04/2010
La malattia terminale è la maggior causa di richieste di suicidio assistito. (THINKSTOCK)
La Conferenza Episcopale Svizzera aveva ripetuto solo qualche mese fa il suo no al suicidio assistito attraverso la sua speciale commissione incaricata di seguire le quesioni eticamente sensibili. In Svizzera, è cosa notoria, vi sono organizzazioni come Exit e Dignitas che possono legalmente procurare il suicidio a persone che, debitamente informate su tutte le procedure, lo richiedano. E' dal 2002 che i Vescovi della Confederazione elvetica criticano aspramente una simile
pratica, assolutamente contraria alla dottrina sociale della chiesa in
quanto lesiva del fondamentale diritto alla vita.
Exit ha
ora diffuso i dati relativi al 2009. L'anno passato l'organizzazione ha accompagnato alla "dolce morte" 217
persone. Nel 2008 erano state 167. L'età media delle persone che hanno preso questa drammatica decisione è stata di 76 anni,
per lo più malate di tumore.
Nel Cantone di Zurigo, dove ha sede l'organizzazione Dignitas, è in atto anche un'accesa polemica contro il "turismo della dolce morte", quello che spinge alcune persone degli altri Cantoni, che a questo proposito hanno legislazioni molto diverse e spesso più stringenti, e quelle provenienti dall'estero (nella maggior parte degli Stati europei l'aiuto al suicidio è sanzionato penalmente), a richiedere proprio lì il suicidio assistito. Nel gennaio scorso una proposta di referendum popolare promossa dai partiti moderati e volta alla riduzione di tale pratica chiedeva di introdurre la regola secondo la quale solo persone con almeno un anno di domicilio nel Cantone zurighese possano effettivamente accedere alla pratica del suicidio assistito.
L'iniziativa ha finora passato il vaglio del parlamento cantonale, che non ha raggiunto il quorum dei due terzi dei consiglieri per bocciare e quindi, secondo la Costituzione del Cantone stesso, impedire l'iniziativa. Ulteriori sviluppi si attendono per luglio e, se per questa data l'iniziativa dovesse avere il benestare del Consiglio dei ministri cantonale, una possibile consultazione referendaria avrebbe luogo non prima del prossimo mese di novembre.
Stefano Stimamiglio