08/02/2012
Foto copertina: Ansa. Questa foto: Corbis.
La costituzione di un Centro internazionale per la protezione dei bambini sarà il frutto più immediato del simposio per vescovi e superiori religiosi sugli abusi sessuali sui minori, in corso nella Pontificia università gregoriana di Roma sul tema Verso la guarigione e il rinnovamento. L’obiettivo di questa nuova struttura, con sede a Monaco, sarà quello di promuovere strutture locali che permettano di intervenire con rapidità ed efficacia nei confronti di tutte le accuse di abuso.
Delegati di 110 Conferenze episcopali e superiori di 30 Ordini religiosi hanno ascoltato le dure parole del cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il quale ha stigmatizzato gli episcopati locali che non hanno preso provvedimenti contro i sacerdoti colpevoli di abusi e ha riaffermato che costoro devono essere giudicati anche dalla magistratura civile del luogo dove sono stati commessi i loro crimini.
Levada ha inoltre sottolineato la necessità che i vescovi curino molto la formazione spirituale dei loro sacerdoti poiché, come affermò Giovanni Paolo II, «non c’è posto nel sacerdozio e nella vita religiosa per quanti danneggiano i giovani».
Un ultimo e importante cenno il cardinale l’ha riservato al prezioso impegno di Benedetto XVI per sconfiggere questa drammatica piaga: «Il Papa ha dovuto subire attacchi dai media in questi ultimi anni in diverse parti del mondo, quando invece avrebbe dovuto ricevere la gratitudine di tutti, all’interno e all’esterno della Chiesa».
Anche il promotore di giustizia della Congregazione,
monsignor Charles J. Scicluna, si è soffermato sul «dovere morale e legale» rappresentato dalla ricerca della verità nei casi di abuso sessuale e ha perciò ricordato i passaggi più importanti del documento
Sacramentorum sanctitatis tutela, promulgato nel 2001 da Giovanni Paolo II, che ha inserito l’abuso sessuale di un minore da parte di un chierico nell’elenco dei crimini più gravi, riservati alla Congregazione vaticana. La revisione del 2010 da parte di Benedetto XVI ha aumentato a 20 anni il periodo di prescrizione ed ha sancito l’obbligo per vescovi e superiori religiosi di aprire un’inchiesta su ogni denuncia.
Commozione fra i presenti al simposio ha suscitato la testimonianza dell’irlandese Marie Collins, abusata da un cappellano quando aveva 13 anni e si trovava ricoverata in ospedale. Nonostante le sue denunce, anche in tempi successivi, i responsabili ecclesiastici coprirono il colpevole, temendo che la vicenda infangasse il buon nome della diocesi. Alla fine però il suo aggressore è stato condannato e ora la signora Collins collabora con la Chiesa irlandese per migliorarne le politiche di protezione dei bambini.
Saverio Gaeta