19/04/2013
L'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, durante una trasmissione radiofonica. Foto di Paolo Siccardi/Sync.
A piedi nella notte. Come i pellegrini dei secoli passati. Come uomini e donne che cercano una strada. Non un brancolare nel buio, quindi, ma un cammino che ha una direzione, una meta.
È intitolata "Vivi 4x4" la proposta lanciata dalla Diocesi di Torino in occasione della veglia vocazionale. Si tratta di quattro route notturne contemporanee, pensate in particolare per i giovani e dirette verso quattro luoghi simbolo della Diocesi: il Monte dei Cappuccini a Torino, il santuario Nostra Signora di Lourdes a Selvaggio, il Santuario Madonna dei Fiori a Bra e il Sacro Monte di Belmonte. Il tutto accompagnato da un videomessaggio dell'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia
Monsignor Cesare Nosiglia, arcivecsovo di Toino e i giovani. Foto di Paolo Siccardi/Sync.
Questo non è un anno qualunque per i ragazzi torinesi. E' l'anno del
Sinodo dei giovani, una coraggiosa proposta inaugurata lo scorso
novembre e articolata in diverse tappe consecutive. Poche settimane dopo
la Gmg diocesana, "Toda joia" (il titolo strizzava l'occhio a un
tormentone musicale di sapor brasiliano) e in vista della Gmg di Rio de
Janeiro (raduno mondiale programmato per l'estate prossima), i giovani
di Torino e dintorni hanno una nuova occasione per incontrarsi e per
pregare. Perché, come spiegano gli organizzatori «il cammino della vita
ha bisogno di una forza speciale, quasi una forza 4x4».
Il linguaggio scelto per comunicare l'evento è, in linea con lo stile
del sinodo, essenziale, diretto, attento ai ragazzi e alla loro
quotidianità. Mondo virtuale compreso: «Abbiamo pensato di usare vari
mezzi – spiegano dall'Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile –
Internet e i social network, ad esempio, elementi essenziali della
modernità. Senza però trascurare le esperienze più tradizionali, come il
camminare a piedi, un modus vivendi che da sempre i cristiani hanno
adottato per esprimere e rafforzare la loro fede».
Non solo. In questa particolare forma di veglia vocazionale c'è un forte
richiamo all'unità, ben simboleggiata dai quattro cammini paralleli.
«Quello della Diocesi torinese è un territorio esteso, che racchiude al
suo interno storie profondamente diverse, anime diverse. Eppure ci piace
pensare che questa sia una serata di unione: giovani che sanno essere
vicini spiritualmente, pregando per altri giovani».
Le route non sono proprio processioni in senso tradizionale, ma
piuttosto piccoli viaggi a tappe, fatti di cammino e di soste, di
silenzi, di canti e testimonianze. Esperienze anche fisiche, nelle quali
il corpo gioca un ruolo importante (perché spesso un po' di sana
fatica, lo sanno bene i "pellegrini di lungo corso", aiuta a cogliere la
gioia e il valore del camminare).
Monsignor Nosiglia partecipa personalmente al percorso di Torino città,
cioè quello che partendo dal Seminario Minore fa tappa al Seminario
Maggiore per poi raggiungere il Monte dei Cappuccini. È lì che
l'Arcivescovo propone ai giovani una meditazione sul tema delle
vocazioni.
Lorenzo Montanaro