03/06/2010
Don Adriano Fardin, parroco di San Vigilio a Dosson di Casier, Treviso.
“Il sito ha una veste molto accattivante e mi sembra davvero ben fatto. Se posso dare un consiglio, però, direi che forse bisognerebbe rendere più presente la vita delle parrocchie, quella che per molte famiglie è, di fatto, la quotidianità, il luogo dove si sperimenta la vita cristiana nell’ordinarietà”. Don Adriano Fardin, parroco di San Vigilio a Dosson di Casier, Treviso, si dice “contento della ricchezza che l’on line ha aggiunto alla versione cartacea di Famiglia Cristiana, anche se non trascurerei, accanto alle moltissime notizie che già ci sono, quelle che vengono dalla base e dal territorio”.
Don Adriano fa parte di una generazione di sacerdoti che ha cominciato il ministero quando ancora non c’erano i computer. “Ho visto modificarsi via via il modo di comunicare e quindi anche il modo di fare pastorale”, afferma. “E’ tutto più veloce e, soprattutto, c’è una comunicazione che passa più da internet che dal contatto reale. I commenti, i forum, anche le richieste di consigli arrivano molto più dal web che dall’incontro”. Internet è diventato “un luogo. Prima, per trovarsi, occorreva sapere a che ora e dove vedersi, oggi invece la compagnia è sempre raggiungibile”.
Gli strumenti multimediali e i social network li usa con moderazione. “Bisogna conoscerli e praticarli, altrimenti perdi il contatto con i ragazzi, però stando attenti ai rischi. Uno dei quali – ed è forse quello sul quale occorre fare più attenzione – è la perdita della riservatezza. I ragazzi non si rendono conto che quando comunicano mettono in piazza le loro vite. Anche se ci sono dei filtri o non li usano oppure è facile saltarli. Capita così che raccontano, senza rendersene davvero conto, cose che non direbbero mai in un rapporto faccia a faccia. Tutto passa nel pubblico e c’è molta disinibizione anche quando sarebbe opportuno mantenere una certa riservatezza”.
Annachiara Valle