Padre Massimo Granieri

La Chiesa deve stare su Internet. La "pastorale informatica" è la nuova frontiera.

17/06/2010
Padre Massimo Granieri, passionista di Laurignano (Cosenza).
Padre Massimo Granieri, passionista di Laurignano (Cosenza).

Padre Massimo Granieri è un esperto. Perito informatico e responsabile provinciale dell’ufficio delle comunicazioni per i padri passionisti, è anche un “blogger” convinto e uno sperimentatore di tutto ciò che si muove nel campo delle nuove tecnologie. «Il sito di Famiglia Cristiana», dice, «è di facile consultazione. Sulla home page ci sono tutte le informazioni necessarie. Questa è la prima cosa che guardo in un sito: se la consultazione è rapida. Chi naviga su internet ha un po’ la malattia di chi fa zapping in tv: davanti a un sito, come davanti a un canale televisivo, si sta molto poco. Il sito di Famiglia Cristiana permette di avere il maggior numero di informazioni nel minor tempo possibile e questa è una caratteristica che attrae chi usa internet. Un’altra cosa molto indovinata sono i video. Sono molto interessanti, anche se, da blogger, mi piacerebbe che si potessero linkare oppure, come avviene, per esempio per i video di you tube, che si potessero inserire nella propria pagina con un copia incolla, naturalmente con l’indicazione della provenienza».

Padre Granieri vive nel santuario di Laurignano, in provincia di Cosenza, «anche se con le nuove tecnologie è indifferente il luogo in cui si sta. Io uso molto il telefonino per navigare e con gli smart phone vedo che – anche se si dedicano a internet pochi minuti al giorno – in realtà si sta sempre collegati con il resto del mondo. E’ facilissimo tenere i contatti e restare aggiornati. Anzi mi piacerebbe che anche Famiglia Cristiana avesse una versione “mobile” per la consultazione dal cellulare». Padre Massimo dà l’impressione di essere sempre in rete, «ma è un’impressione, appunto, perché aggiorno il mio blog con il quale mi occupo di ricerca musicale in ambito cristiano, e dialogo sui social network grazie allo smart phone. Dedico poco tempo a internet, ma è come se ci stessi sempre dentro».

I nuovi strumenti stanno cambiando anche il modo di comunicare e «la Chiesa», aggiunge padre Massimo, «deve stare in rete. Mi sembra che abbia capito le potenzialità del mezzo e le sta usando. Non solo le parrocchie, ma anche tanti laici usano bene internet e riescono, attraverso la loro esperienza, a dare un forte contributo allo scambio di idee sulla rete. C’è una grande presenza di credenti nel web. La sfida ormai è sul campo culturale, con altri mondi, con altre culture, con altre religioni e credo che internet sia lo spazio ideale per potersi confrontare e fare anche le proprie proposte. Cambia anche la pastorale, si potrebbe parlare di “pastorale informatica” attraverso il mezzo internet, anche se poi il contatto umano, quello faccia a faccia non deve assolutamente essere messo da parte».

Annachiara Valle
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Postato da Andrea Annibale il 17/06/2010 18:06

Ciao Don Massimo Granieri, ho appena letto una intervista a Don Sciortino de Il Sole24ORE del 10 giugno 2010. Condivido le risposte di Don Antonio, ma vorrei apporre una chiosa breve. Il riformismo è, a mio modesto avviso, la malattia infantile del cattolicesimo. La Chiesa deve non solo essere attenta ai “segni dei tempi”, ma deve sapere agire profeticamente. Non però inseguendo le mode del momento, come ecologismo, pacifismo e femminismo, ma muovendosi dinamicamente nella Storia umana, perché la Chiesa non vive fuori dalla Storia. Il Vaticano II è stato un evento unico ed irripetibile quanto inevitabile. Oggi però c’è un insopportabile complesso di inferiorità di molti cattolici che dovrebbero invece essere fieri della civiltà che il cristianesimo ortodosso e cattolico hanno costruito. Spiace che si sia diffusa l’eresia protestante che è la più grande catastrofe che la storia cristiana abbia conosciuto. In parte per colpa dell’infedeltà di alcuni papi del passato al messaggio evangelico. Io sono uno che pensa – e so di essere in minoranza – che, viste con gli occhi dei contemporanei, Crociate ed Inquisizione fossero anche idee giuste, pur se segnate, come tutte le esperienze concrete, da errori e mala fede. Non mi sembra che Benedetto XVI voglia rinnegare il Concilio, ma che voglia sottolineare la continuità, santamente, della storia della santa (ripetizione voluta) Chiesa contro una leggenda laico-illuminista che vede solo errori nel passato del cristianesimo. Una delle missioni fondamentali della Chiesa di oggi è, a mio avviso, recuperare il legame con il mondo britannico, sia con l’ecumenismo, sia rievangelizzando le terre protestanti al messaggio delle opere nella fede. Il mondo si fa sempre più piccolo ed è cruciale un’alleanza cristiana e l’amicizia con Islam ed Ebraismo per raccogliere le sfide (espressione un po’ usurata) che il futuro propone. Per questo credo che Papa Ratzinger si stia muovendo nella giusta direzione. Pace e bene a tutti i lettori del blog Andrea Chiodi

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