28/02/2014
Dal Rapporto CISF 2014, di imminente pubblicazione, emergono dati estremamente interessanti anche sulla conoscenza che del fenomeno immigrazione hanno le famiglie italiane.
Innanzitutto, va segnalato che mediamente gli italiani sono convinti che gli immigrati siano circa il doppio del loro numero reale: una evidente sopravalutazione, figlia presumibilmente dell’allarmismo e dei toni esagerati, quasi terroristici, che vari attori sociali – per finalità sostanzialmente di tornaconto politico – hanno utilizzato in questi anni, man mano che il fenomeno immigrazione cresceva.
Rispetto alle fonti attraverso le quali gli italiani costruiscono la loro immagine e la loro percezione del fenomeno immigrazione, le risposte al questionario somministrato per il Rapporto Cisf 2014 forniscono
un quadro articolato e abbastanza sorprendente.
Da un lato, emerge il fatto
che molti italiani hanno a che fare solo in modo sporadico con persone immigrate, e dall’altro che coloro che hanno
a che fare spesso o molto spesso con immigrati, e vivono la cosa come negativa,
sono solo il 9,2%.
Questo significa che gli atteggiamenti e i giudizi negativi verso gli immigrati che spesso verifichiamo sono solo in minima parte dovuti a conoscenza diretta, bensì normalmente
riconducibili ad altre fonti, e che in caso di contatti diretti
prevalgono le impressioni positive, mentre il pregiudizio si attenua.
Tra i fattori che influenzano le idee e le opinioni degli italiani, certamente ci sono da
annoverare i mass media. Infatti, coloro che dichiarano di sentir parlare spesso o molto spesso
in modo positivo degli immigrati sono solo il 5,7%, mentre il 44,2% degli intervistati ammette che spesso o molto spesso dai mass media
ricavano un’idea negativa degli immigrati.
Questa polarizzazione, che risulta peraltro scarsamente influenzata dalle variabili interne al campione d’indagine, è altamente significativa: degli immigrati nei mezzi di comunicazione si parla, ma per la gran parte solo quando sono protagonisti di vicende negative (come capita ovviamente anche per altri fenomeni: “fa più rumore l’albero che cade…”),
ma ciò che conta è notare che l’influsso dei media per molti italiani è sostitutivo di altre modalità di conoscenza, anche – e soprattutto – della frequentazione diretta.
Pietro Boffi