I matrimoni misti in Italia: dati Istat

La frequenza dei matrimoni con almeno uno sposo straniero è più elevata nelle aree in cui è più radicato: in questa parti del Paese un matrimonio su 5 ha almeno uno sposo straniero

04/02/2014


Tra il 2008 e il 2010 si è registrata una battuta d’arresto del trend di aumento dei matrimoni con almeno uno sposo straniero, mentre nel biennio 2011-2012 si osserva una decisa ripresa del fenomeno.

Dati e problematiche legislative

Nel 2012 sono state celebrate poco meno di 31 mila nozze con almeno uno sposo straniero (circa il 15% del totale dei matrimoni), oltre 5.000 in più rispetto al 2010, ma ancora 6 mila in meno a confronto con il picco di massimo del 2008 (36.918 matrimoni pari anche in questo caso al 15% del totale delle celebrazioni).
Il calo dei matrimoni con almeno uno sposo straniero osservato nel 2009-2010 è da ricondurre soprattutto all’introduzione dell’art. 1 comma 15 della legge n. 94/2009, che ha imposto allo straniero che volesse contrarre matrimonio in Italia l’obbligo di esibire, oltre al tradizionale nulla osta (o certificato di capacità matrimoniale), anche “un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano”.

L’impossibilità di attestare tale regolarità ha influenzato le decisioni di molti futuri sposi, inducendoli a rinunciare alla celebrazione del matrimonio in Italia e facendoli eventualmente optare per sposarsi all’estero.

Verosimilmente, la successiva sentenza di illegittimità costituzionale relativamente alla richiesta di esibizione del permesso di soggiorno ai fini del matrimonio, emessa dalla Corte Costituzionale a Luglio del 2011, è alla base della ripresa del fenomeno.

La ripresa osservata negli ultimi due anni nei matrimoni con almeno uno sposo straniero ha interessato tutte le aree del Paese: se a livello nazionale l’aumento è stato pari al 15,4%, questa tendenza è stata più accentuata nel Nord-ovest (24,7%).
L’aumento più consistente in termini relativi ha riguardato i matrimoni misti in cui la sposa è cittadina italiana e lo sposo è straniero (38% a livello Italia, 45,3% al Centro).

La frequenza dei matrimoni con almeno uno sposo straniero è notoriamente più elevata nelle aree in cui è più radicato l’insediamento delle comunità straniere, cioè al Nord e al Centro.

In questa parte del Paese un matrimonio su 5 ha almeno uno sposo straniero , mentre al Sud e nelle Isole si registrano proporzioni pari rispettivamente al 7,2% e al 6,5% del totale delle unioni.
Nel Nord più di uno sposo italiano su 10 convola a nozze con una donna straniera.
I matrimoni misti (in cui uno sposo è italiano e l’altro straniero) ammontano a oltre 20 mila nel 2012 e rappresentano la parte più consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero (68%).

Nelle coppie miste, la tipologia più frequente è quella in cui lo sposo è italiano e la sposa è straniera; questo tipo di matrimoni riguarda il 7,9% del totale delle celebrazioni a livello medio nazionale (16.340 nozze celebrate nel 2012) e oltre il 10% nel Nord.

Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono state 4.424 nel 2012, il 2,1% del totale delle spose. E’ proprio quest’ultima la tipologia di unioni che ha subito la flessione più marcata in seguito alle variazioni normative precedentemente richiamate.

Uomini e donne mostrano una diversa propensione

Uomini e donne mostrano una diversa propensione a contrarre matrimonio con un cittadino straniero
non solo in termini di frequenza, ma anche per quanto riguarda alcune importanti caratteristiche degli sposi, come la cittadinanza.


Il fenomeno dei matrimoni misti riguarda in larga misura coppie in cui la sposa o lo sposo provengono da un paese a forte pressione migratoria. Gli uomini italiani che nel 2012 hanno sposato una cittadina straniera hanno nel 17,4% dei casi una moglie rumena, nel 10,9% un’ucraina e nel 7,2% una brasiliana.

Le donne italiane che hanno sposato un cittadino straniero, invece, hanno scelto più spesso uomini provenienti dal Marocco (15%) e dall’Albania (7,8%). Se ai primi si aggiungono i casi in cui la sposa è italiana e lo sposo è tunisino o egiziano la percentuale dei mariti nordafricani nei matrimoni misti sale al 27,3%. Un altro 16% è rappresentato, invece da mariti “culturalmente più vicini” se si considerano cittadinanze come Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Spagna e Francia.





Le separazioni di coppie miste: un fenomeno recente, ma in aumento


Merita attenzione anche l’instabilità dei matrimoni fra coniugi di diversa cittadinanza. Si tratta naturalmente di un fenomeno recente in Italia, così come quello della formazione delle unioni che coinvolgono cittadini stranieri.
Nel 2005 sono state pronunciate nei tribunali italiani 7.536 separazioni riguardanti “coppie miste”di coniugi, contro 4.266 concesse nell’anno 2000, con un incremento pari al 76,7% (Figura 7).
Successivamente, si è registrata una battuta d’arresto sia in valori assoluti che percentuali: nel 2011, le separazioni sono state 7.144, pari all’8% di tutte le separazioni (contro il 9,2% del 2000).
La discontinuità nell’evoluzione di questa tipologia di separazioni si riscontra in parte anche nei matrimoni che coinvolgono un cittadino straniero e uno italiano. Quasi in sette casi su dieci, la tipologia di coppia mista che arriva a separarsi è quella con marito italiano e moglie straniera (o che ha acquisito la cittadinanza italiana in seguito al matrimonio). Questo risultato appare strettamente connesso con la maggiore propensione degli uomini italiani a sposare una cittadina straniera.
Per quanto riguarda i divorzi di “coppie miste” la tendenza è in crescita, anche se l’entità del fenomeno è piuttosto contenuta (4.213 nel 2011, pari al 7,8% del totale)

Dati giugno 2013

Segnaliamo come novità assoluta: nuovissimi dati ottenuti da 4.000 interviste ad un campione statisticamente rappresentativo a livello nazionale. Realizzato con il consolidato modello interprofessionale, redatto da una équipe di esperti di livello nazionale, Il Rapporto Cisf 2014 sarà disponibile nelle librerie e verrà presentato al pubblico a partire dalla seconda metà di marzo 2014. In considerazione della natura dell’argomento, questo Rapporto è stato realizzato in stretta collaborazione con Caritas Italiana.



ISTAT
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