Celentano a Sanremo, odore di bufala

E se la partecipazione del Molleggiato al Festival fosse solo per promuovere il suo ultimo disco che vende poco? O per sistemare qualche fiction di "casa Mori"?

14/12/2011

Colpo di scena in extremis alla conferenza stampa della Rai per presentare il regolamento del 62° Festival di Sanremo, in programma dal 14 al 18 febbraio 2012: Gianmarco Mazzi, il direttore artistico, materializza un cilindro, ne estrae un enorme coniglio bianco e, dopo un filmato inquietante del Molleggiato nel solito panorama apocalittico, annuncia che Adriano Celentano sarà al Festival 2012.

Ecco un video di Adriano Celentano a Sanremo del 1968, con il brano Canzone, scritto da Don Backy.

Adriano Celentano sul palco della kermesse per una serata di beneficenza, a favore delle vittime dell'alluvione che il 4 novembre ha devastato un quartiere di Genova.
Adriano Celentano sul palco della kermesse per una serata di beneficenza, a favore delle vittime dell'alluvione che il 4 novembre ha devastato un quartiere di Genova.


      I giornalisti delle più importanti testate aspettavano novità, anticipazioni sul cast, pendevano dalle labbra del direttore di Raiuno, Mazza, reduce dalle provocazioni di Fiorello “benedette” dall’Auditel, di Gianmarco Mazzi, gradito alla destra, e giunto al fatidico settimo anno, quello di solito della crisi, e di un rassicurante Gianni Morandi che, con la sua competenza e l’ascendente guadagnati sul campo in cinquanta anni di favolosa carriera, un anno fa è riuscito a scovare alcune belle canzoni che hanno persino fatto controtendenza, vendendo tanti dischi.
     Le solite - troppe - cinque serate, quattordici “artisti” (gli ex big), otto giovani promesse e il coinvolgimento attivo del social network Facebook. Niente di esaltante, quindi, sino a quando Gianmarco Mazzi ha annunciato il ritorno del Molleggiato sul palco dell'Ariston.

      In che veste? L’ospite di una sera? Il concorrente? Risponde monsieur le Festival: «Vi posso solo raccontare quello che è accaduto: un giorno dei primi di dicembre Adriano mi telefona e mi chiede di accompagnarlo a Genova dove si deve esibire con Beppe Grillo. Durante il viaggio butto lì: "Adriano perché non vieni a Sanremo?" E lui: "È lontano da Genova?". Vicinissimo, rispondo subito. Lui ci pensa un po’ (tutti sanno come Adriano usi sapientemente le pause), poi mi sorprende con un “Va bene, ma le condizioni le detto io: nessuno, ma proprio nessuno, deve sapere niente. Io ammiro Adriano, è coraggioso, rischia sempre del suo e il suo ultimo disco è coraggioso, mi ha conquistato. Così ho rispettato la sua volontà e voi lo apprendete in questo momento, proprio come Morandi e il direttore Mazza».

      Con un’interpretazione degna dell’Oscar i due “Ignari” recitano la scena madre mostrando un dignitoso ma contenuto stupore. Ora io sento odore di bufala. Il disco che Celentano ha pubblicato recentemente, Facciamo finta che sia vero, almeno a mio parere, non è dei suoi migliori e il mercato sembra gradirlo poco. Il Molleggiato, inoltre, non è nemmeno andato a presentarlo alla stampa, mandando Claudia Mori a farne le veci. Francamente il “coraggio” di Adriano è da tempo latitante. Non vuol parlare con nessuno, quando gli gira storto scrive lettere farneticanti ai principali quotidiani italiani che regolarmente il giorno dopo fanno le pulci alla sua sintassi un po’ precaria.

      Mi risulta che la famiglia sia in contenzioso con la Rai per questioni di fiction non realizzate dalla produzione della Mor (azzardo: che sia la soluzione di questo problema il baratto con la sua presenza al Festival?). Ma aggiungo che per di più Adriano è del tutto incontrollabile. Mazzi, che l’ha accompagnato a Genova, non l’ha sentito: oltre al solito stonato Ragazzo della via Gluck,  ha giocato la carta del “sono con voi": «I ragazzi sono schiavi degli immobiliaristi, degli imprenditori, degli industriali che quando perdono un centesimo di profitto non hanno scrupolo a lasciare a casa migliaia di operai». Quindi dal PalaCep di Genova, dove si teneva una serata per raccogliere fondi per gli alluvionati, ha concluso con l’invettiva: «Non potete sognare per la destra corrotta colpevole di avere massacrato l’Italia e per la sinistra che quanto a corruzione non ha niente da invidiare alla destra».

      E se sul palco dell’Ariston Adriano cadesse nella tentazione di recitare il ruolo dell’indignato speciale (perché col conto in banca è facile fare il tribuno e farsi osannare)? Con Adriano ho avuto momenti di vera amicizia ma anche incomprensibili screzi, perciò mi va di dirgli la verità: amico mio, tu o chi per te aveva inventato quel mondo diviso in due, o era rock o era lento. Non è ora che ti ribelli al torpore della tua indignata lentezza e ridiventi rock? Proprio com’era l’Adriano che piaceva a tutti.

Gigi Vesigna
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