29/11/2011
Una delle foto della mostra "Guardiani" al museo Bagatti Valsecchi di Davide Pizzigoni: la custode del museo Pavlosvsk Palace di San Pietroburgo.
Ritratto di signora: una donna d’altri tempi, vestita con gonna lunga plissé e camicia dall’ampio colletto di pizzo, perfettamente integrata nell’ambiente come se fosse nel suo palazzo in attesa di ricevere. Sembra la scena di un dramma teatrale. In realtà è uno scatto eseguito al Pavlovsk Palace di San Pietroburgo e la signora è la sorvegliante del museo. Questa è una delle foto della mostra “Guardiani” al museo Bagatti valsecchi di Milano (fino al 5 febbraio 2012). E l’immagine fa parte di un lavoro del pittore, designer e scenografo milanese Davide Pizzigoni che dal 2008 a oggi ha ripreso i custodi di numerose gallerie in Francia, Russia, Brasile, Inghilterra e italia.
Scenario perfetto, la dimora di via Gesù offre uno sfondo suggestivo a ritratti che mostrano le relazioni spesso sorprendenti tra i soggetti fotografati e il contesto in cui lavorano. Ma come è nato il progetto? «Lavoravo in una stanza di un museo rivestita di una boiserie del Settecento in quercia, debolmente illuminata da un lampadario a goccia», ricorda l’autore. «Volevo ritrarre l'mmagine di un’epoca, con dame pallide e imparruccate, specchiere dorate e pareti di legno. Mentre scattavo, qualcosa in un angolo si è mosso e ha preso vita: era un anziano guardiano. La sua pelle bruna si confondeva con la parete e la sua giacca bordeaux pareva una sedia di velluto. Attraverso il mirino ho visto balenare il bianco dei suoi occhi e mi ha fulminato con uno sguardo di fuoco. Da allora ho ripreso centinaia di guardiani in decine di musei. Ogni fotografia racchiude una storia e per un attimo rivela una realtà complessa, a volte lieve, a volte drammatica».
Curatrice della mostra, Lucia Pini così sottolinea l’arte di Davide Pizzigoni: «Di questa libera e volutamente non sistematica esplorazione di luoghi e di volti mi ha subito colpito la prepotenza con la quale i diversi musei lasciano affiorare la propria fisionomia, creando con i loro guardiani complicità ora evidenti ora più sottili. Mi ha attirato l’idea che la casa museo Bagatti Valsecchi, uno spazio espositivo tutt’altro che neutro, anzi fortemente vincolante, diventasse come in un gioco di specchi la cornice in cui esporre queste immagini: una riflessione sui musei, su chi ci lavora, sulla loro varietà, sul loro rapporto con il mondo esterno, sull’idea stessa di custodia e tutela. E mi piace che affiori, talvolta, in queste foto di guardiani ritratti nelle loro sedi operative la dimensione dilatata di un tempo lungo e silenzioso trascorso con le opere d’arte, davvero più profondo e diverso rispetto ai ritmi contratti con i quali il più delle volte oggi ci si accosta ad esse».
Per informazioni: Luciana Villa, telefono 02/76.00.61.32 press@museobagattivalsecchi.org
Ginevra Petrolo