La lezione del professor Vecchioni

La vita quotidiana riscattata dall'amore. Con questo tema e tanta classe, Vecchioni ha sbancato un Festival di buon livello musicale.

20/02/2011
Roberto Vecchioni applaudito dall'orchestra del Festival.
Roberto Vecchioni applaudito dall'orchestra del Festival.

Dopo cinque interminabili serate e ventidue ore abbondanti di buona musica e discutibili siparietti,  sul Festival numero 61 è calato il sipario con gli ultimi verdetti. L’hanno visto, più o meno, 70 milioni di italiani che si sono divertiti  o annoiati ma attorno alle ventidue e trenta hanno spento il televisore diminuendo di almeno un terzo il campione Auditel. Il Festival del “capitano, mio capitano” Gianni Morandi ha emesso gli ultimi verdetti a tarda notte, anzi: quando i giochi sono terminati  era già abbondantemente domenica.

     La vittoria finale se la sono giocata sul filo di lana un gruppo giovane composto dai Modà  e da Emma e due “giovanissimi” sessantasettenni che hanno toccato coraggiosamente temi sociali:  Al Bano con Amanda è libera ispirata a un fatto di cronaca  e Roberto Vecchioni con Chiamami amore e gli argomenti che fanno parte del nostro quotidiano e che solo l’amore, sia pure con qualche difficoltà può aiutare a risolvere.  Alla fine ce l’ha fatta il professor Vecchioni che ha preceduto i Modà e Al Bano.  “Questo Festival ha unito l’Italia, sera dopo sera",  ha detto Vecchioni subito dopo la consegna del trofeo e ha aggiunto: "Anche la mia canzone è dedicata all’Italia di oggi, magari acciaccata ma che è il Paese che io amo con tutto il mio cuore”.   

     Tra i giovani, quest’anno abbastanza modesti, ha trionfato Raphael Gualazzi, un ventinovenne che sa trasmettere emozioni suonando magistralmente il jazz. Già popolare negli Stati Uniti, è stato notato da Caterina Caselli che l’ha convinto ad affrontare Sanremo con la sua musica che è assai inconsueta per il Festival: La sua canzone, Follia d’amore, è certamente un pezzo di musica che sarà apprezzata da chi ha il palato fino.

     Deludenti gli incontri con Nicolas Cage Robert De Niro e Monica Bellucci mentre il lungo incontro tra Gianni Morandi e Massimo Ranieri ha toccato vette di grande classe e popolarità. Loro due sono la musica italiana degli ultimi quaranta anni.

     A proposito dello strepitoso exploit di Benigni, classe ed emotività. Roberto dovrebbe però rinfrescarsi la memoria: quando ha nominato tra gli artefici del risorgimento la Contessa Castiglione, beh, ha omesso di ricordare che fu al centro di un  grosso scandalo politico- sessuale che al giorno d’oggi… chissà cosa avrebbero fatto i media.

Gigi Vesigna
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