09/10/2012
Il volto sorridente di frate Alessandro, francescano e tenore.
Come francescani, i frati della confraternita della Basilica di Santa Maria degli Angeli, alle pendici di Assisi, sono abituati al trambusto: «visitatori, fedeli, turisti e semplici curiosi. Però mai, come in questi giorni, abbiamo visto così tanta gente transitare per la Chiesa» racconta uno di loro.
In effetti questi sono giorni decisivi, soprattutto per uno di loro, Fra Alessandro, originario di Castiglione della Valle, che giovedì 27 settembre ha presentato in anteprima la sua opera: Frate Alessandro. La voce da Assisi, un disco nel quale ha assemblato un bel po’ di canti sacri, qualche ricordo di San Francesco e pochi altri brani.
Come Francesco, Alessandro Brustenghi, 34 anni, piccolino, occhi grandi e attraversati da una luce fortissima, canta e lo fa da quando aveva 7 anni. «Ho studiato al conservatorio, un periodo ho anche lasciato tutto, poi ho ripreso, grazie alla fede e ai miei superiori che mi hanno spinto a proseguire in questa esperienza». Ne sarà stato molto contento Mike Hedges, il produttore già noto per le sue collaborazioni con U2 e molti altri, che ha scoperto Alessandro poco più di un anno fa.
Il Cd di frate Alessandro.
Lui, già carpentiere nella basilica, intratteneva i fedeli con le sue
preghiere, il suo canto da tenore. «Già, per portare in giro la fede e
le parole del Signore. Nella mia stanza invece mi dedico a coltivare le
mie passioni musicali per il rock e per la musica leggera». Emozionato,
non abituato a telecamere, occhi puntati, riflettori su di lui, prima di
esibirsi Alessandro ha voglia di raccontarsi. Povertà, castità,
obbedienza, i tre nodi, i tre postulati su cui si fonda la fede dei suoi
confratelli. Non ha intenzione di disobbedire e trasgredire.
E poi si
posiziona proprio sotto la Porziuncola, «la porta per la vita eterna
dice lui»; l'altare che fu consacrato nel 1216 dopo essere stata la
terza Chiesa salvata e messa in ordine da Francesco e nel quale il santo
decise di fermarsi per morire dieci anni più tardi. Un dono di Dio,
dice della sua voce, in effetti quando inizia a intonare i pochi ma
significativi passi del suo disco, si capisce subito.
Fra Alessandro
non è un tenore particolarmente virtuoso, non ama mettersi in mostra, ma
è dotato di un canto viscerale, profondo, coinvolgente. Si percepisce
la vocazione, l'intensità, l'approccio profondamente fedele del frate.
Un piccolo francescano che ama lavorare il legno e che canta la parola
di Dio per tramandarla. E che sa trasformare una Chiesa in una sala da
concerto, senza offendere nessuno.
Federico Scoppio