07/03/2012
«In Bach tutto è sublime. Egli è un figlio prediletto del Padreterno». Così ci disse Ramin Bahrami (vedi Fc No. 10 – 2011), il pianista iraniano “adottato” dal nostro Paese e divenuto uno dei più grandi interpreti di Bach. E aggiunse: «L’esecuzione è un viaggio per intraprendere il quale io mi consegno nelle mani dell’Onnipotente. E sento di dover essere puro prima di eseguire Bach».
Ora che la Decca presenta l’ultimo dei suoi percorsi nel mondo di Bach, le 6 Suites inglesi, Bahrami è protagonista di un’altra straordinaria avventura: è infatti promotore della prima edizione del World Bach-Fest, una tre giorni di musica, cinema e incontri, che avrà luogo a Firenze dal 9 all’11 marzo. “Bachiani di tutto il mondo, uniamoci”: questo è il motto della rassegna, una vera e propria Woodstock bachiana, come la definisce il sito ufficiale della manifestazione (www.worldbachfest.it), voluta dal gruppo JS Bach di Facebook a partire da un’idea del pianista (assecondato dal direttore d’orchestra Mario Ruffini).
Per tre giorni la musica di Johann Sebastian Bach risuonerà senza interruzioni a Firenze, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, nel Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e nel Cinema Odeon, dove convergeranno tutti “quelli che …Bach”. Gli eventi sono a ingresso libero in streaming Tv su www.intoscana.it. Ma gli organizzatori non hanno solo pensato alle esecuzioni dal vivo (tantissime).
Dai Concerti per pianoforte inaugurali (ovviamente eseguiti da Bahrami) si passerà alle “micro conferenze” di 5 minuti (una ogni ora, perché Bach è anche vitamina dell’anima), ai video (con i grandi del passato, ma anche con Mina e Severino Gazzelloni), al cinema per un’intera notte. Bach, del resto, è universale, come nella stessa intervista che ci concesse, sottolineava Bahrami. Queste le sue parole:
Giorgio Vitali