21/02/2011
La copertina del disco con le musiche scritte dalla pianista-compositrice torinese Luciana Bigazzi.
C'era una volta un modo molto elegante e piacevole per offrire agli ascoltatori e spettatori momenti di intrattenimento. Si suonavano canzoni, si improvvisavano melodie, si creava un tappeto sonoro, talvolta di alto livello. Da non confondere ovviamente con gli esempi di pianisti come Petrucciani, o Jarrett: un salto enorme di qualità, perché la somma di grande jazz e musica "colta", unita al talento degli artisti, producevano risultati strepitosi.
Dall’influenza dei due generi è nato il filone dei compositori-pianisti ai quali, con o senza la componente jazz, si sono spalancate le porte del successo: a volte mondiale, come dimostrano gli italiani Einaudi, Picco e Allevi. Ora sono in tanti a seguire questo percorso. Luciana Bigazzi, con il suo "Magical Places", offre un gradevole contributo a un modo di suonare e comporre che ha il grande merito di piacere a chi ama la buona musica, ma ne apprezza soprattutto la dimensione melodica, evocativa.
Nessuno confronto con i “sommi”. E nessun dubbio sul genere: che non è classico. Ma con semplici successione di note (talvolta arricchite dal suono di strumenti ricercati), con combinazioni melodiche immediate, e con frasi ripetute secondo stilemi minimalisti, Luciana Bigazzi riesce a creare quelle atmosfere che al pubblico piacciono molto. Esistono cd e musiche ai quali dedicarsi interamente. Ed altri da mettere in sottofondo: come Magical Places. Ma la musica ha anche questa ragione d’essere.
Giorgio Vitali